Informazioni su Motta Camastra (Messina)
Il borgo sorge su di una collina a circa 453 m. s.l.m. ed è rivolto verso la sponda settentrionale del fiume Alcantara. Lo sovrasta la sommità del monte (quota 620 m. s.l.m.), sul cui belvedere si gode una vista magnifica. Due sono gli antichi nuclei che si possono distinguere nell'abitato di Motta Camastra: uno gravita intorno alla chiesetta della Madonna dell'Annunziata, edificata intorno alla metà del XII secolo; l'altro, vicino al primo, è disposto intorno ai resti del castello, che giace ormai completamente inglobato in strutture più recenti.
L'aspetto morfologico dell' intero territorio comunale è caratterizzato da varie tipologie ambientali. Si va da zone di alta montagna quali la "Montagna Grande" (1374 mt. s.l.m.), che rappresenta la sommità più alta della catena dei Peloritani,a zone pianeggianti (contrada Sciara e Fondaco Motta, a circa 100 mt. s. l. m.), passando per zone montuose (contrada Cosentina, a circa 800 mt. s. l. m.) e zone collinari (contrada Casale, a circa 500 mt. s. l. m.). Motta Camastra è uno dei 12 comuni della Valle Alcantara. Il territorio comunale, che rappresenta il cuore della Valle, è attraversato dal fiume Alcantara, il quale nasce dal Monte Musarra, proprio nel territorio del comune di Motta Camastra, in contrada Ladreria-Sciara, si trovano le famose e suggestive Gole del Fiume Alcantara, veri e propri canyon di lava basaltica, formatosi in seguito a varie eruzioni da parte di crateri periferici dell' Etna e modellati dall' azione erosiva dello scorrere del corso d' acqua nei millenni, che rappresentano il maggiore polo attrattivo turistico mondiale della zona. Alcune migliaia di anni fa, in epoca preistorica, il fiume Alcantara non c'era. Al suo posto scorreva un altro corso d' acqua che si sviluppava su un letto di argille e arenarie. Questo fiume "pre-alcantarino" accolse la lava dei crateri eccentrici dell' Etna. Il magma, di tipo basaltico, era assai fluido, si incanalò facilmente nel letto del fiume e rapidamente giunse a mare. La lava che si immergeva nelle acque dell' antico fiume si raffreddava repentinamente; in tale situazione produsse una particolare manifestazione litologica, i colonnari basaltici, visibili lungo il corso del fiume. La "Gola dell' Alcantara" una delle parti più strette del fiume, è lunga circa 400 metri, ha una larghezza media di 5 metri e pareti di prismi basaltici che in alcuni punti aggiungono altezze di circa 50 metri. Al sito si può accedere attraverso una scalinata pubblica comunale, oppure da una struttura ricettiva privata.
Itinerario Gole dell'Alcantara: ingresso gratuito con accesso dalla scalinata comunale. Il fiume Alcantara, scorrendo ed erodendo i basalti, ha creato delle caratteristiche forre laviche, con pareti verticali a strapiombo. Spettacolari morfologie prismatiche rendono questo paesaggio unico al mondo, mostrando basalti colonnari, a sezione pentagono-esagonale, con differenti forme ed orientamento: dal tipo "a canna d'organo" al tipo "a ventaglio" o a "catasta di legna".
Sentiero Montagna Grande: si tratta della cima più alta della catena dei Peloritani (m. 1374) ed offre, tra boschi di quercia, roverella, leccio e pini, un paesaggio spettacolare.
NELL'ANTICHITÀ FU "MOTTE CRIMASTRA"
Non vi sono rinvenimenti archeologici inerenti la località, che possono confermare siffatta ipotesi. In seguito si è pensato che il termine "Motta" sia stato introdotto dai Romani, al fine di indicare un luogo roccioso ed elevato, similmente ai luoghi ove sorge Motta Camastra.
MOTTA E HOLLYWOOD
Qui venne più volte Francis Ford Coppola, famoso regista e "Il Padrino", che in varie riedizioni del film girò qualche scena nell'ambito del territorio mottese. Ancora oggi diverse associazioni e club di fotografi scelgono Motta Camastra per i loro reportages, attratti dalla bellezza dei luoghi antichi e dagli ambienti suggestivi.
Festa del patrono San Biagio Vescovo e Martire il 3 Febbraio. Per la sua festa è diffuso il rito della "benedizione della gola", fatta poggiandovi due candele incrociate (oppure con l'unzione, mediante olio benedetto), sempre invocando la sua intercessione. L'atto si collega a una tradizione secondo cui il vescovo Biagio avrebbe prodigiosamente liberato un bambino da una spina o lisca conficcata nella sua gola.
Sito
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