Informazioni su Ficarazzi (Palermo)
La strada litoranea che da Palermo conduce verso Bagheria, seguendo il lungo arco che racchiude gran parte del golfo palermitano, conduce verso un ambiente fertile della campagna orientale della Conca d'Oro irrigata dalle acque del fiume Eleuterio. In questa area denominata dagli arabi "Fakaz - Azz", eccellente e importante, due aggettivi che in italiano si sintezzizzano in Ficarazzi, sorge oggi il paese con questo nome, sviluppatosi orizzontalmente lungo il corso principale, che si identifica con la statale. L'antico feudo di Ficarazzi era compreso nella baronia di Misilmeri, appartenente alla famiglia dei Chiaramonte, poi ai La Grua, i quali nel XV secolo lo concessero in enfiteusi a Pietro Speciale alto funzionario del regno di Sicilia; originario della città di Noto, che nella sua carriera ricoprì la carica di pretore della città di Palermo. Nel 1733 il feudo venne acquistato dal principe Giardina, che si occupò della sistemazione dell'agglomerato urbano, la zona venne bonificata e ripopolata. La famiglia Giardina mantenne il dominio sulla città fino all'unità d'Italia. Venne riconosciuto ufficialmente come comune nel 1750. Negli anni si è andato sviluppando grazie alla vicinanza di Palermo.
Beni monumentali: Palazzo Giardina detto comunemente "Castello" è il principale monumento di Ficarazzi. Si tratta di una torre altomedievale del V secolo attorno alla quale sorse il primo agglomerato del paese. Recintata e addossata ad esso è la Chiesa dell'Ascensione. La Chiesa Madre (S. Atanasio), sec. XVIII, il Pilone monumentale d'ingresso al parco di Palazzo Giardina, 1752 (resti); la Chiesa di S. Girolamo, fine del sec. XVIII (rimaneggiamenti del sec. XIX), Villa Macchiarella, sec. XIX. Sul litorale, a breve distanza dal mare, si può ancora ammirare l’antica Torre Cordova, nonostante si presenti piuttosto rovinata rispetto al passato. Costruita a scopo difensivo, ad opera di privati, nel XVI secolo, faceva parte del sistema di 218 torri costiere siciliane e doveva proteggere la foce dell’Eleuterio e le coltivazioni vicine dagli attacchi via mare dei pirati.
Da vedere i due ponti canale ad archi che un tempo attraversavano gli avvallamenti del terreno e trasportavano l’acqua per la città, attingendola a una fonte che dista circa 15 km dai ponti stessi. Il primo, che risale al XV secolo ed è formato da nove archi, portava l’acqua alle coltivazioni di canna da zucchero, mentre il secondo, del XVII secolo, serviva al principe Giardina per rifornire d’acqua i propri poderi.
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