I festeggiamenti dedicati al SS. Crocifisso, patrono di Monreale (PA), durano tre giorni, dal 1° al 3 maggio e si esplicano attraverso celebrazioni e solennità con caratteristiche tutte proprie, che ne fanno l'unica festa che si celebri a Monreale con risonanza così profonda. In questi giorni di festa la piazza e le strade del paese sono piene di gente, molte delle quali si recano in chiesa per assistere alla novena che si celebra nei giorni antecedenti alla processione. Novena che tutt'oggi ha i suoi momenti culminanti nel canto degli Inni in onore al SS. Crocifisso e nell'omelia che il predicatore fa sera per sera.
Nei giorni 1 e 2, la festa è caratterizzata da manifestazioni folkloristiche promosse per intrattenere e dilettare la gente quali, le bande musicali che suonano passando per le vie del paese, le corse dei cavalli, gli appuntamenti canori con la partecipazioni di cantanti di grido, gli sbandieratori e le giostre. Le strade sono piene di colori e di luci, sia per le "luminarie" che per le "bancarelle" piene di attrattive per i bambini e per i grandi. Le celebrazioni in onore del SS. Crocifisso toccano il loro culmine il giorno 3 maggio. Terminato il solenne pontificale celebrato dall'Arcivescovo, ha luogo la tradizionale discesa dall'altare della venerata immagine: è questo un momento di forte richiamo e di grande commozione. Quando il Crocifisso è fatto scendere dall'altare ed è adagiato sullo zoccolo della "Vara", le ferite del costato sacro sono palpeggiate di continuo dai fazzoletti dei fedeli. Scoppi di pianto accompagnano questo succedersi disordinato di carezze, e un tremito nervoso serpeggia anche nei più forti di spirito soggiogati da quella fede che scuote ogni dubbio. Le scene sono ancora quelle descritte nel secolo scorso dal Pitrè: "…i sottostanti fanno ressa per salire anche loro, ma non trovano spazio per mettere un piede… ".
L'effige del Crocifisso è poi collocata all'esterno della chiesa, sotto la maiolica che raffigura il protettore di Monreale, da dove alle ore 18.00 in punto, al suono del campanello e al rullo dei tamburi, accompagnato dal suono festoso delle campane a distesa, si dà il via alla solenne processione. Dalle ore 14.00 fino alle ore 18.00, i fedeli si accalcano presso la Maiolica, per toccare, baciare e pregare il Crocifisso, prima che inizi la processione. Fazzoletti bianchi, rossi, turchini volano dal basso verso l'alto e dall'alto verso il basso, lanciati dalla folla che li passa alle persone vicine al Cristo, le quali li raccolgono e palpano con essi delicatamente le membra adorate, poi li ripassano alla folla, che con le mani in aria, li coglie al volo, stringendole al petto ed accarezzandosi il viso, gridando: "GRAZIA PATRUZZU AMURUSU".
La processione si snoda lenta per il corso principale della città: è una marea di ceri accesi che avanza tra lo sfolgorio di luci, la pioggia di petali di rose e lo scampanio festoso delle campane di tutte le chiese. Alla processione non partecipa soltanto il popolo, ma per un lungo tratto anche le autorità civili e religiose tra cui il sindaco, l'Arcivescovo, i comandanti rispettivamente dell'Arma dei Carabinieri e della Polizia Municipale, e buona parte del clero.
L'attuale processione si snoda lungo un percorso che per la maggior parte è quello indicato dall'Arcivescovo Venero nel 1625. Essa inizia dalla Collegiata, passa per via A. Veneziano fino al "Canale", per corso P. Novelli fino all'"Abbiviratura", dopo una sosta di 30 minuti circa, riscende dalla stessa strada fino a via Garibaldi, detta "a scinnuta ru Signuri", qui sosta dinanzi la statua di Padre Pio, poi prosegue per via Venero quindi corso P. Novelli, detto "a "Varanni", per via Roma fino a piazza Vittorio Emanuele II. Esegue un giro completo della stessa piazza, prosegue per via B. D'Acquisto per risalire da via Palermo, rifare il giro della suddetta piazza e sostare, dinanzi il Comune e il Duomo, per i giochi pirotecnici al termine dei quali ritorna in Collegiata passando per via Umberto I.
La processione parte alle ore 18.00 del 3 maggio e termina alle ore 2.00 circa del giorno successivo. Durante la stessa, momenti commoventi sono, il bacio dei bambini dato al simulacro in tutte le soste, e lo sfiorare coi fazzoletti e con i fiori l'effige del SS. Crocifisso. Durante questa festa non si possono distinguere luoghi particolarmente interessati da questa cerimonia, poiché tutto il paese di Monreale è in festa, ed è per gran parte del paese che il Crocifisso passa durante la processione. Una folla, di circa 3.000 persone, annualmente segue il simulacro in processione, fedeli, che sin dalle prime luci dell'alba si preparano al solenne ed atteso "viaggio". Momento di grande attrazione, misto di fede e folklore è l'arrivo allo "Spasimo"; dopo la difficile "scinnuta", il Crocifisso, posto al centro della piazza con il volto proteso verso la Conca d'Oro, estende la sua benedizione al territorio sottostante, un tempo rigoglioso di campagne e di vita, per numerose famiglie. I giochi pirotecnici nella piazza completano un momento di grande festa ed esultanza verso la venerata immagine.
Per tutto il mese di maggio i devoti, che hanno ottenuto o chiedono qualche grazia, fanno il tradizionale "viaggio", rifacendo il percorso fatto dal Crocifisso giorno 3; vanno secondo il voto in "peduli o scalzi", con un grosso cero acceso avvolto da un cartoccio, detto "u coppu", per impedire che la fiamma si spenga al vento, recitando sommariamente le orazioni. Secondo la tradizione, nell'anno Santo, in occasione di missioni cittadine, di grandi calamità o di solennità straordinarie e liturgiche, è ormai consuetudine portare in Cattedrale il simulacro dove, durante i giorni di sosta sono celebrate funzioni con predicazioni e con numeroso concorso di popolo.
Durante l'iter processionale, in due momenti topici della cerimonia, si sparano i giochi pirotecnici; una prima volta, quando il simulacro si ferma allo "Spasimo", davanti la statua del Beato Padre Pio da Pietrelcina, una seconda volta, davanti al Duomo, proprio al termine della processione, poco prima che il Crocifisso rientri in Collegiata. A conclusione della processione, fase molto commovente e partecipata dai fedeli, è quella della "ricollocazione" del Crocifisso nella sua cappella posta sull'altare maggiore. I "Fratelli" a spalla, sempre fra due ali di folla, portano il Simulacro in chiesa, al grido: U NOSTRU PATRI RITORNA A LA CASA, mentre i fedeli rispondono: GRAZIA PATRUZZU AMURUSU, GRAZIA.
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Ultima modifica: 2020-01-17 22:59
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