Feste e sagre in Sicilia

Chiesa Madre S. Antonio Abate

n.d. - Burgio (AG)

Non esistono documenti riguardo alla data di edificazione della Chiesa dedicata a S.Antonio Abate, protettore di Burgio. E' probabile, da fonti storiche attendibili, che ciò avvenne durante la dominazione normanna. Andata in rovina, sulle sue pietre fu riedificata l'attuale Chiesa in stile rinascimentale, mentre il campanile risale al sec. XVI e l'intero edificio fu radicalmente restaurato nel 1749. E' larga 46 metri, larga 23,70 ed alta 12. A pianta longitudinale, l'interno della Chiesa è a tre navate con il tetto a botte; le navate laterali sono con copertura a volte a crociera romana, con applicazioni di stucchi dorati. Le navate sono divise da dieci colonne con capitelli corinzi. Lungo le navate, all'interno di cappelle laterali più volte riprese da un punto di vista pittorico ed architettonico, trovano collocazione ben undici altari e tutti custodiscono opere d'arte che, in alcuni casi, sono di estremo valore artistico e storico.
 
I portali di ingresso, tre, sono massicci e decorati con fregi in pietra. Esternamente è possibile vedere l'abside centrale cilindrica; le altre due, meno alte e profonde della centrale, appaiono più incassate nelle mura esterne. Sempre dall'esterno è visibile il campanile con quattro campane bronzee e l'orologio comunale. Sul portale di ingresso, lato destro Nord del 1846, la lunetta contiene le statue della Madonna, di S. Antonio Abate e di S. Nicola di Bari . Una recente interpretazione dello storico Magistri sostiene, invece, che quest'ultima statua sia S.Nicasio da Burgio. Il pavimento interno della Chiesa è in marmo bianco e grigio ed il suo primo restauro risale al 1926 mentre il secondo, consistente nella levigazione, è del 1998. Il presbiterio è circondato da un coro ligneo del 1600 che, in passato, ospitava i sacerdoti ed i frati per la celebrazione delle solenni liturgie. Caduto in rovina, è stato recentemente restaurato e riportato ad un buono stato insieme al pulpito in legno di noce, finemente intagliato, anch'esso del XVII secolo.
 
Cappella dell'Icona della Madonna della Consolazione
Due ipotesi si contendono la verità circa la data di realizzazione dell'opera: la prima la fa risalire al XVI secolo (G.Vaccaro) poiché in quella data avvenne lo stanziamento in Sicilia di un gruppo di albanesi di rito greco-ortodosso. L'icona, quindi, sarebbe stata dipinta da un autore locale o albanese poiché Burgio risentì dell'influenza di questi albanesi che vivevano in paesi della stessa diocesi. Altri, invece, datano l'opera all'XI-XII secolo quando nel territorio del bosco di Rifesi sorsero comunità religiose legate a santuari e monasteri limitrofi. L'Icona, secondo questa teoria sarebbe contemporanea del SS. Crocifisso del Rifesi e inizialmente custodita nel Santuario normanno di Rifesi; nel XVI secolo, in seguito all'edificazione della Chiesa Madre, sarebbe stata trasportata qui insieme al Crocifisso stesso ubicato in una cappelletta attigua. L'Icona fu trafugata dalla Chiesa negli anni '60 e di essa si persero le tracce sino al 1992, anno in cui, in situazioni misteriose e mai accertate, fu fatta ritrovare a Catania tramite il Vescovo Luigi Bommarito al quale un bigliettino allegato diceva :"Lo rimetta al suo posto". Oggi l'opera è stata ricollocata all'interno della Cappella dell'Icona ricavata nella Chiesa Madre di Burgio. L'autore dell'opera è ignoto. In stile bizantino, dipinta a tempera su legno ,gesso e lamina d'oro, egli ha rappresentato la figura della Madonna con in braccio il Bambino come una Odigitria cioè Maria che indica la via "Gesù".
 
Cappella della Madonna delle Grazie
Detta anche della "Madonna di Trapani", la cappella ospita stucchi e decorazioni del 1596, opera di Antonino Ferraro. Pregevoli i due anziani monaci che supportano l'arca della Madonna dell'Itria. All'interno della Cappella spicca per bellezza e splendore la Madonna delle Grazie, opera di Vincenzo Gagini (1566). La statua è sostenuta da una base con scene della Passione ("Cristo davanti a Pilato", "la Flagellazione", la "Crocifissione") definite, probabilmente, dallo stesso Gagini. A quest'ultimo sono, infine, da attribuire i cinque bassorilievi di marmo dell'altare sottostante : "Cena Eucaristica", "Lavanda dei piedi", "Orazione all'orto", "Ecce Homo", Condanna del Nazareno".

Fonte / Autore: Comune di Burgio


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