La "Sagra della Spiga" è una manifestazione folkloristica di carattere campestre, che è divenuta il fulcro delle manifestazioni madonite e dell'intera provincia. La tradizione di questa festa è radicata nel tempo, fu iniziata da alcune famiglie di contadini benestanti che avevano la possibilità di possedere e allevare il bestiame. La proprietà del bestiame, e anche della terra, era motivo di distinzione dalla stragrande maggioranza di contadini del posto che invece doveva dipendere da un nobile proprietario terriero. Il termine "burgisi" può quindi essere tradotto con "borghese".
Essa rievoca i costumi, le tradizioni e la cultura della vita contadina di un tempo, intrecciandoli alla mitologia pagana e in particolare alla celebrazione del mito di Demetra, dea delle messi. La manifestazione consta di vari momenti:
"A Vanniata da Festa": "u Vanniaturi" (il banditore), a cavallo di un asino, nel suo antico costume e con il tipico tamburo, gira per le vie del paese annunciando l'inizio della manifestazione e il relativo programma;
"U Corteo du Zitu": sfilata di figure d'epoca a cavallo per le vie del paese; rievocazione dell'antica usanza da parte della famiglia dello sposo di far visita alla sposa e chiederne la mano;
"A Zuccatina da Zita": commedia d'autore locale in vernacolo che rievoca l'antica maniera di chiedere in sposa una ragazza;
"A Manciata di novi cosi": caratteristica mistura cotta di legumi e cereali (lenticchie, fave, ceci, fagioli, piselli, cicerchie, mais; si escludono il frumento per chi ha intolleranza al glutine e i luppini, i quali, se non trattati bene, rendono la mistura amara) che viene offerta ai presenti;
"Il corteo di Demetra": costituisce il momento culminante e più spettacolare delle manifestazioni legate alla Sagra della Spiga, e si svolge nel pomeriggio della 2ª domenica di agosto. Una continua evoluzione ne ha arricchito, attraverso l'espediente figurativo, il significato simbolico. Da qualche anno esso ha raggiunto una propria completezza raffigurativa e rievocativa che, pur variando in alcuni particolari, rispetta appieno i motivi che ne hanno ispirato la nascita. Diviso per sezioni, sviluppa temi che trovano collegamento nel significato della tradizione e del mito e raccolgono il senso e lo spirito della cultura contadina e della ben più antica età classica. La Sfilata è aperta dal Corteo di Ziti, esso rievoca un tipico cerimoniale adottato dalle famiglie dei promessi sposi pochi giorni prima delle nozze; segue il gruppo folk Engium che si esibisce in danze della tradizione popolare. Tra i figuranti u - seminaturi, seguito da una coppia di muli che trainano un arato di legno, in questo modo i semi venivano ricoperti e assorbiti dalla terra. Dietro altri figuranti fra i quali sii scerbatoti nell'atto togliere le sterpaglie dal campo, i mietitori e i legatori che con l'ausilio di due antichi strumenti (ancina e ancinedda): raccoglievano le spighe in piccole unita (i jrmiti; che venivano poi assemblate e legale formando le gregne, cioè i covoni.
La terza Sezione è "u Bagliu du Baruni" nel quale sfileranno tutti i personaggi tipicamente legati alla vita e all'attività della nobiltà contadina, nonché quanti usavano abitualmente, per ragioni economiche, frequentare il cortile del barone. Chiude il corteo la Sezione Mitologica dove sfilano tutte le figure legate al culto di Demetra, dea delle messi, e delle Meteres, dee della fertilità, cui pare fosse dedicato un tempio sul vicino Monte Alburchia. Il corteo è aperto dal simbolo della fertilità, e cosi segue: il Kàos vuoto primordiale dove tutto e indistinto, e i quattro elementi: la terra, l'acqua, il fuoco e l'aria;
quindi Artemide, la vergine dell'arco d'argento, dea preposta alla caccia, ai monti e alle selve, personificazione divina della luce lunare. Artemide è seguita da tre ninfe del fiume chiamate Naiadi, che le furono regalate dal padre Zeus col compito di badare ai calzari della dea e ai suoi cani quando era impegnata nella caccia; Apollo, dio del sole, delle medicine, delle arti, della musica e della poesia. Dal volto ombroso scandisce il tempo: da la luce e impone le tenebre. Apollo è preceduto dai Sacerdoti, con la caratteristica fascia bianca che cingeva i loro capi, e dalla Pizia che ha poteri divinatori; seguono invece Apollo, le tre muse: Calliope (della poesia), Tersicore (della danza) ed Euterpe (dell'arte dei flautisti);
, dea preposta alla caccia, ai monti e alle selve, personificazione divina della luce lunare. Artemide è seguita da tre ninfe del fiume chiamate Naiadi, che le furono regalate dal padre Zeus col compito di badare ai calzari della dea e ai suoi cani quando era impegnata nella caccia; Apollo, dio del sole, delle medicine, delle arti, della musica e della poesia. Dal volto ombroso scandisce il tempo: da la luce e impone le tenebre. Apollo è preceduto dai Sacerdoti, con la caratteristica fascia bianca che cingeva i loro capi, e dalla Pizia che ha poteri divinatori; seguono invece Apollo, le tre muse: Calliope (della poesia), Tersicore (della danza) ed Euterpe (dell'arte dei flautisti);
Pan, divinità campestre dalle sembianze caprine e dedito a scorribande presso i boschi nell'intento di catturare e concupire le Ninfe. Il dio è seguito da Siringa e Piti mnte che non riusci a concupire e che dopo un lungo inseguimento si trasformarono la prima in canna (da questa il dio creò il flauto), e la seconda in albero di fico; Dioniso dio del vino, della viticoltura, rappresenta in se tutto il rigoglio della natura. Accompagnato dal precettore Sileno vaga folle per il mondo, espandendo la coltura della vite e predicando l'ebbrezza del vino che egli stesso aveva inventato.
Il corteo di Dioniso è aperto dalle Iadi, ninfe della montagna, cui il dio fu affidato da fanciullo; Le Meteres (Dee Madri) dee cretesi della maternità e della fecondità.
Persefone, bellissima figlia di Demetra vittima del ratto ad opera di Plutone, simboleggia la ciclicità delle stagioni e del raccolto. Demetra (Cerere per i Latini), è la madre del grano, dea delle messi, dell'abbondanza e della agricoltura; incede maestosa nell'ultima stravola (antico mezzo di trasporto, simile a una grande slitta trainata dai buoi) rappresenta la fertilità della terra e con il lavoro che ne consegue l'alimento e la vita.
"U Pisatu": commedia musicale in vernacolo, su testo di autore locale, che rievoca la dura vita dei campi, la trebbiatura e le vecchie usanze ad essa legate.