Festa di San Nicolò Politi ad Adrano (Catania), caratteristica "Volata" che per tradizione si svolge il giorno dopo la festa vera e propria del patrono. Il percorso religioso, dedicato a San Nicolò Politi, si chiama "I sentieri dello spirito" e prevede un percorso tra luoghi e tradizioni legate alla figura del giovane adranita nato nel 1117 che a 17 anni scelse di farsi eremita per contemplare Dio.
Intorno al 1679 la festa del Santo veniva celebrata il 17 agosto, anniversario della morte. Successivamente, precisamente nel 1748, per concessione del Pontefice Benedetto XIV, essa venne trasferita al 3 agosto. Il popolo adranita chiese questo trasferimento, affinché la festa potesse essere celebrata più solennemente , nell’intervallo tra altre due feste principali: quella di S. Pietro in vincoli, l’uno agosto, e quella di Maria SS. Ad Nives o Madonna della Catena, il cinque agosto. Da allora la festa continua a celebrarsi il 2, 3, e il 4 agosto con diverse funzioni sacre e le rituali della reliquia e della statua del Santo. A simboleggiare "A trasota do mesi" - l’entrata del mese dedicato al patrono, è la tradizionale “Calata dei cantanti” che vede protagonista, intorno alla mezzanotte del 2 luglio, la banda musicale, la quale viene accompagnata da una folla festante mentre attraversa il centro storico cittadino lungo il tragitto che dalla chiesa di san Filippo conduce a quella di S. Nicolò. Il 2 agosto Pellegrinaggio dalla Chiesa del Santo alla Grotta a Spicuddu (Aspicuddu), primo eremo di S. Nicolò Politi.
La prima tappa dell'itinerario turistico-religioso è la Chiesa di S. Nicolò, dove si trovava - secondo testimonianze storiche - la prima casa del santo. La fermata successiva è la Chiesa Madre dove viene custodito il reliquiario del santo (il teschio e le pergamene) e due dipinti del pittore adranita Angelo La Naia che raffigurano Nicolò fanciullo e Nicolò agonizzante. La terza tappa del percorso è piazza S. Agostino dove si trova la statua dedicata al Santo adranita (eretta nel 1750 per volere di un nobile locale a seguito della propria guarigione ottenuta per intercessione del Santo) e all'interno della Chiesa di S. Agostino dove è esposto un terzo dipinto del pittore La Naia. Il culmine dei "sentieri" dedicati al Santo è la tradizionale rappresentazione della "Volata dell'Angelo" che si tiene ogni anno il 3 agosto, giorno dei festeggiamenti, e che ricorda la chiamata di Dio al giovane Nicolò: intorno alle ore 20, dopo che il fercolo con la statua del Santo ha percorso le vie del paese, in Piazza Umberto alla presenza di una moltitudine di popolo, si svolge la singolare cerimonia: un fanciullo vestito da Angelo, viene sospeso lungo un filo d'acciaio, all'altezza di dodici metri, legato da un lato al Palazzo Bianchi e dall'altro alla Chiesa Madre.
San Nicolò nacque in Adernò il 3 agosto 1117 da Almidoro e Monna Alpina. La sua nascita fu prodigiosa, esemplare la giovinezza, di eminente santità tutta la vita. Ancora giovane fece voto di verginità; e, quando i genitori avevano disposto per lui un matrimonio con una giovinetta di nobile famiglia, egli, ascoltando la chiamata di Dio, personificata nell’apparizione di un Angelo, fuggì prima in una spelonca della zona nord-occidentale dell'Etna chiamata "Aspicuddu" e, dopo tre anni, per maggiore sicurezza, in quella del monte Calanna, nei pressi di Alcara, in provincia di Messina. Là passò trentatré anni di vita eremitica in penitenza austera, nel fervore della preghiera e della contemplazione, ringraziando Iddio delle grazie singolari e dei prodigi segnalati che operava nel suo umile servo. Ogni sabato si recava a due chilometri di distanza, nel cenobio del Rogato, per ricevere la comunione.
Morì il 17 agosto 1167, nella sua spelonca mentre pregava, all'età di 50 anni. Il racconto del ritrovamento del corpo contiene fatti miracolosi, che il padre gesuita Ottavio Caietano ha riportato fedelmente. Il provvidenziale smarrimento dei buoi di un contadino, Leone Rancuglia, fece scoprire il sito ed accorrere là in pellegrinaggi di devota ammirazione, gli Alcaresi. L’eremita era lì, esanime, in ginocchio, con il libro delle preghiere aperto in mano ed il bastone a forma di croce poggiato sulla spalla.
Il suo corpo fu portato, per volere divino, al Rogato, dove rimase incorrotto in posizione genuflessa, come era stato trovato, per 336 anni, rifulgendo sempre per nuovi miracoli. Fu elevato agli onori degli altari da Papa Giulio II nel 1507. Da quell'anno le sacre reliquie posano integre, in una preziosa arca, nella Chiesa Madre di Alcara. Si pensò di forgiare una statua e fu chiamato un bravo scultore messinese, il quale pensò di ritrarre il Santo nell'atto in cui si recava al Rogato. La statua era quasi finita, quando una mattina lo scultore la trovò con le gambe piegate. L'artista pensò che si trattasse della poca consistenza dello stucco e la sistemò nuovamente, ma la mattina seguente la trovò in ginocchio, stupefatto pensò di lasciarla in quella nuova posa.
Gli Adornesi, molto probabilmente per tradizione tramandata da padre in figlio, si ricordavano vagamente di quel giovane che era sfuggito alle nozze, ma quando (dopo il 1657) vennero a conoscenza dell’opera del padre gesuita Ottavio Caietano, “Vitae Sanctorum Siculorum”, il culto e la devozione al Nostro Concittadino ebbe un grande sviluppo. Nell’anno 1670, con decreto del vescovo di Catania Michelangelo Bonadies del 7 agosto, a spese del popolo adornese e di Natalizio Gualtieri, fu innalzato un tempio in onore del Politi, nel luogo dove la tradizione tramandava essere stata la sua casa nativa. Sempre a spese di Natalizio Gualtieri venne plasmato il primo simulacro e posto alla venerazione dei fedeli. Ventisei anni dopo, il 25 giugno1696, con atto pubblico, rogato dal notaio Pietro Anastasio, gli Adornesi eleggono il Santo a loro protettore e compatrono assieme a San Vincenzo. Con atto pubblico del notaro Giovanni Morabito di Adernò il 12 marzo 1742, il nostro Santo Concittadino venne riproclamato “Patrono di Adernò”.
Gli adraniti intanto essendo venuti a conoscenza dei miracoli operati dal loro cittadino proclamato patrono di Adernò, si interessarono per avere una reliquia del Santo negata dagli alcaresi. Nel 1926, si approvò dalla Santa Sede, da Adrano e da altri paesi del messinese partì una spedizione di 350 uomini fra carabinieri, vicequestori ed in testa uno pseudo capo di polizia, il Sac. Angelo Bua ed il Sig. Giuseppe Cortese. La spedizione ebbe buon esito, sanò la pace fra i due paesi e gli adraniti ebbero il capo del Santo e agli alcaresi rimase il resto del corpo.
Ultima modifica: 2023-07-02 21:39
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