Solennità del Battista con grande concorso di popolo il 24 giugno a Chiaramonte Gulfi (RG). Il culto è stato introdotto nel '200 dai Cavalieri di Malta e continuato dalla Confraternita fondata nel 1587. La festa si svolge dall'11 giugno sino all'ottava di conclusione,
E’ l’undici giugno, sono le ore 13.30, il sagrato della Chiesa è pieno di gente in attesa dell’apertura dei festeggiamenti: dalla Chiesa Madre si ode il martellio della campana che annuncia al popolo la solenne attesa; ed ecco: magicamente il martellio si trasforma in scampanata festosa, la quale si ripete in tutte le chiese del comune, la banda suona una marcia tradizionale sul sagrato antistante, il tutto accompagnato da 24 colpi di cannone. Così ha inizio la solenne “dodicina” di lodi in preparazione alla festa che si divide rispettivamente in un primo novenario animato dalla Confraternita e il solenne triduo predicato da valenti oratori, venuti appositamente da luoghi lontani; in questi giorni la Chiesa è meta di pellegrini i quali, sino a tarda serata, compiono il cosiddetto “viaddiu ” che si conclude solitamente con l’accensione di un piccolo cero. Ovviamente non mancano i sacri riti solennizzati da canti tradizionali, nei quali la chiesa è gremita di fedeli e parata a festa per l’occasione. Durante i primi due giorni del triduo solenne (21-22 Giugno) la banda musicale come in tutte le feste popolari, sfila per le principali vie della città esibendosi in piazza Duomo e, a conclusione dei sacri riti, nel sagrato della Chiesa di San Giovanni, non mancano, durante questa serate, intrattenimenti di vario tipo.
Il 23 giugno, solenne vigilia, già alle prime ore del mattino la Chiesa è gremita di fedeli che offrono la loro giornata al Battista recitando preci e il tradizionale “Rosario di san Giovanni”, antica preghiera dialettale, tante le liturgie penitenziali durante la mattinata e innumerevoli le manifestazioni di fede da parte del popolo come il cosiddetto “viaddiu scausu”, consistente nell’arrivare in chiesa a piedi nudi offrendo solitamente un cero di notevole dimensioni al Santo, tanta la cera che arde in quel giorno solenne come tante le grazie largite per intercessione del Santo. E’ mezzogiorno, tutte le campane della città suonano a festa accompagnati dalla banda e dai fuochi. Tradizione offrire il digiuno, nutrendosi solamente di fave (cibo devozionale del Santo) a pranzo. Nel primo pomeriggio la chiesa viene addobbata per le solenni funzioni serali, intanto il rettore benedice i “voti” del Santo consistenti in una camicetta rossa guarnita di bianco, da indossarsi durante l’anno ma soprattutto nel giorno della festa; nel tardo pomeriggio, il corpo Bandistico visita le principali chiese del Comune. E’ già quasi buio, la chiesa e il sagrato antistante sono stracolmi di devoti che attendono con ansia la cosiddetta “Svelata", intanto il Sindaco e le autorità civili e militari dal Palazzo di Città accompagnati dal Gonfalone omaggiano il Santo Protettore,
Dentro la Chiesa ardono centinaia di ceri e risplendono ori e argenti, il tutto colorato da fiori variopinti, tutto è avvolto dal buio più totale, al tramonto esce il clero dalla sacrestia e si inginocchia davanti all’altare, l’organo intona le litanie, questo è il momento più atteso della festa, i cuori battono e gli occhi sono pieni di lacrime, finalmente il coro, nelle litanie, invoca il nome del Santo, ed ecco avviene la svelata: si apre il velo che copriva la statua del Santo, un urlo assordante si alza dal popolo : “Battista Viva”; si accendono improvvisamente le luci, le campane suonano a festa, i mortai sparano incessantemente accompagnati dalla Banda musicale. Quante richieste di intercessione in quel momento e quante grazie intercesse per mezzo di lui.
Dopo un pò di frenetico entusiasmo, tutto si calma e incominciano i vespri solenni, a conclusione continuano le visite dei fedeli che dureranno per tutta la notte, poiché la chiesa rimarrà aperta sino alla notte successiva. Tutta la città è addobbata a festa con splendide luminarie e centinaia di gonfaloni, a sfondo rosso con croce di Malta bianca, svolazzano dai balconi dei palazzi e delle case. La via principale è piena di venditori ambulanti, caratteristici i turrunari, che presentano svariate leccornie, gioia dei bambini e i simintara con le loro caratteristiche bancarelle multicolori, arricchite da festoni di carta colorata, immancabile la Santuzza del Battista immersa tra le vivande offerte dall’ambulante quali semi di zucca tostati, ceci tostati, nocciole… La scalinata di San Giovanni è un quadro notturno grazie alle migliaia di lampade multicolori che formano una figura attinente alla devozione del Battista, intanto in Piazza Duomo si preparano gli spettacoli che accompagnano la Solenne Vigilia. Allo scoccare della mezzanotte, è usanza consumare tra i confrati l’agnello, in un banchetto comune adibito presso i locali della chiesa.
Durante la sera della vigilia, è tradizione nelle famiglie compiere un rito chiamato “U Mister ri l’uovu”, consistente nel riempire un recipiente trasparente d’acqua e versarne dentro dell’albume d’uovo, quindi si recitano un Pater-Ave-Gloria chiedendo una grazia e se è stata concessa l’albume d’uovo, dentro l’acqua, si plasma in sagome di figure attinenti alla festa; credenze popolari tra il sacro e il profano confermano l’antico culto al Santo. Durante tutta la notte, il popolo e specialmente i confrati vegliano recitando l’ immancabile già citato Rosario. Finalmente è il 24 giugno, solennità di San Giovanni, già dalle prime ore dell’alba incominciano i fuochi e il susseguirsi delle Sante Messe, con il continuo afflusso dei pellegrini, provenienti dalle contrade del Comune e dai paesi vicini che portano le loro offerte al Battista, nella chiesa vengono distribuiti immaginette del Santo e le cosiddette “nzareddi” (nastrini rossi che toccando la statua ricevono una benedizione pienamente popolare, i quali vengono legati ai polsi e appesi nelle case o nelle automobili). Non mancano le sfilate della Banda, durante la mattinata per le vie principali; alle ore 11.00 si celebra la messa solenne detta “Panegirico” di solito celebrata dal Vescovo. Ovviamente alle ore 12.00 non mancano i fuochi e le allegre marce della banda musicale. Alle ore 14.30 la chiesa si trasforma in una piazza, viene liberata la navata centrale dai banchi poiché occorre spazio per la traslazione del simulacro dalla sua cappella alla navata centrale per la processione serale, viene condotto dentro la chiesa un fercolo, consistente in due lunghe travi lignee intercalate da traverse dello stesso materiale, tra gli urli di acclamazione e di gioia di tutto il popolo che invade le navate del tempio, decine di persone prendono posto sotto l’enorme fercolo che tra un “Battista W” viene alzato e portato a spalla al centro della chiesa per la venerazione dei fedeli, il tutto accompagnato dal suono delle campane, della banda e lo sparo dei fuochi. Accanto al taumaturgo simulacro viene posta una scalinata con una passerella di legno per consentire ai fedeli di toccare la statua. I bambini vengono presentati al Battista facendogli toccare il venerato Simulacro. Alle ore 18.30 una delegazione della Confraternita accompagna il ricchissimo e immenso stendardo, ricamato in oro e coronato da un puntale d’argento recante la croce di Malta, portato abilmente da un confrate con il tradizionale abito (camice bianco, cingolo rosso alla vita, mantella rossa con croce di Malta bianca sulla spalla sinistra e cappuccio bianco) e recandosi nella Chiesa di San Vito dove la confraternita omonima porterà in offerta un enorme cero, chiamato volgarmente torcia, addobbato con fiori e recante i simboli della confraternita. I due stendardi delle rispettive confraternite, si saluteranno abbassandosi e toccandosi a vicenda; durante il tragitto, ovvero dalla chiesa di San Vito alla Chiesa del Battista sfileranno l’uno accanto all’altro (nelle altre occasioni procedono l’uno dietro l’altro) in segno di fratellanza, seguiranno il cero, portato dalla Confraternita di San Vito; arrivati in chiesa verrà acceso tra urla di acclamazione davanti al simulacro, dove nella vara vengono disposti gli ex voto offerti al Santo nell’arco dei Secoli.
Sono le ore 20.00, la piazza è gremita di fedeli che aspettano con ansia l’evento, squillano le trombe tra un rullo di tamburi, le quali annunziano la spettacolare uscita di San Giovanni: dai piani alti della facciata vengono lanciati migliaia e migliaia di nastrini di carta rossi e bianchi chiamati “nzareddi”, l’incessante bombardio dei mortai e l’assordante suono della banda, accolgono la taumaturga effige nel sagrato, insomma un esplosione di “gioia Barocca” tra un popolo festante e commosso; inizia la processione alla quale partecipano tutte le confraternite del Comune con i loro stendardi, , il clero, le autorità civili e militari nonché il popolo tutto; in determinati tratti si leggono episodi del vangelo che parlano della vita terrena del Battista intercalati da canti tradizionali. Durante la processione visita alle Chiese di Santa Maria di Gesù e San Vito; in tarda serata il corteo tutto entra trionfalmente in piazza Duomo dove un valente oratore traccia la “figura del Battista”, come esempio di fede e di Santità, subito dopo riprende la processione, terminando con la solenne entrata del simulacro nella propria Chiesa tra urla di acclamazione, fuochi, scampanii, musica e il maestoso suono dell’organo. La serata si conclude con un magnifico spettacolo pirotecnico.
Dal 25 giugno all’ 1 luglio si solennizza l’ottava di conclusione dove tutte le sere si espone in chiesa il Santissimo Sacramento e si conclude con la solenne Processione Eucaristica dell’ 1 Luglio, in cui partecipano tutte le autorità religiose e le confraternite con i loro labari, caratteriristiche le cappelluzze addobbate, con arazzi e festoni, nel tragitto della processione, dove viene impartita la benedizione eucaristica. Al rientro della processione, dopo la benedizione, viene velata la statua di San Giovanni. Nella domenica “infraottava” vi è la vendita all’incanto dei doni offerti al Battista, detta in gergo “cena”, consistenti in animali quali polli, conigli, ovini, suini, e prodotti tipici della cultura contadina come olio, vino, formaggi, salumi e frutta.
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Ultima modifica: 2020-02-25 11:30
Fonte / Autore: Sito ufficiale Confraternita “Maria SS. della Misericordia e San Giovanni Battista"
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