Festa in onore di San Calogero a Sciacca (AG), celebrata annualmente nel martedì di Pentecoste, per ricordare l'aiuto miracoloso che apportò agli abitanti del paese nel 1578, quando questi furono vittime di una serie di terremoti. Il Santo Taumaturgo ed eremita dalla Calcedonia giunse in Sicilia per iniziare la sua opera di evangelizzazione fino ad arrivare a Sciacca, dove si fermò a vivere gli ultimi anni della sua lunghissima vita, assistendo i sofferenti e gli ammalati.
I festeggiamenti in suo onore forniscono ai saccensi l'occasione per rinnovare la propria devozione al Santo, si recano quindi in processione per le vie del paese sino a raggiungere il Santuario sul Monte di San Calogero. Un atto comunitario che si rinnova d'allora, celebrato all'alba, con partenza dalla Chiesa Madre su un percorso di 7-8 km, la distanza che separa Sciacca dal monte Kronio e che vede molti fedeli anche a piedi scalzi. Monte di S. Calogero, da cui si gode una vista stupenda è famoso per il Santuario di San Calogero, che conserva la statua del Santo, ma soprattutto per le stufe selinuntine, le grotte naturali da cui si sprigiona il vapore. Nella zona sono stati rinvenuti reperti dell'età del rame di un antico insediamento umano. Le grotte del monte di San Calogero, abitate fin dalla preistoria, furono misteriosamente invase da flussi di vapore caldissimi e quindi abbandonate intorno al 2000 a.C.Dopo molti secoli i Greci ripresero a frequentarle per le loro proprietaà curative. Vasi, ceramiche, monete di varia epoca testimoniano l'importanza archeologica di questo affascinante luogo.
Le origini del Santuario risalgono alla fine del 1400 quando i pochi monaci di San Calogero, dopo alterne vicende, allestirono alcune stanze per loro sul Kronio, un piccolo ospedale e ritornarono definitivamente vicino alla grotta del Santo. L'attenzione del visitatore, che sale sul monte Kronio in visita alla Basilica e Santuario, è subito attratta e affascinata dalla maestosa presenza di S. Calogero posto sull'altare centrale nell'elegante custodia lignea del 700. La statua era stata commissionata ad Antonello Gagini di Palermo dal cappellano don Antonino Bruno nel 1935. Fu firmata e consegnata nel 1538 da Giacomo Gagini, a nome proprio e del padre Antonello che era morto nel 1536. L'opera rimase incompleta: prevedeva infatti, per contratto, anche l'arciere che ferì la cerva, genuflesso in atteggiamento di implorazione. Il Santo è raffigurato con abito da eremita e da abate Basiliano, Bibbia e cerva, con ricche decorazioni in oro. Il volto di San Calogero è pieno di intensa serenità con sguardo che va diritto nel profondo dell'anima e solleva alle altezze purissime di Dio.
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Ultima modifica: 2024-01-12 13:48
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