Il lunedì dopo Pentecoste Gangi (PA) festeggia con grande maestosità lo Spirito Santo. Solenne processione di circa 40 statue di Santi portate a spalla dai fedeli devoti. Il corteo parte dalla chiesa Madre e raggiunge il santuario dello Spirito Santo dove nello spiazzale antistante si svolge "a cursa e i miracula di santi" per rendere omaggio alla terza figura della Trinità.
Teatro della festa è l’intera cittadina, dalle chiese in fermento alle “tribunedde” addobbate, dalle strade alle case private. L’aria di festa, la profonda devozione aleggia su Gangi come una benedizione dall’alto. Nelle chiese si allestono le vare, si scendono i santi, si escono gli stendardi delle confraternite in un brulicare di gente allegra e cordiale. La festa è interpretata come un ringraziamento dei Santi e della gente per il dono dello Spirito Santo, ricevuto nel giorno di Pentecoste. a questo proposito è simbolica la fiaccolata che la sera antecedente la processione conduce una sacra immagine dello Spirito Santo alla Matrice (l’inverso di quello che succederà il giorno dopo).
Il tuonare di alcuni “colpi di cannone” annuncia che le prime vare iniziano a muoversi e che la lunga processione ha inizio. Sono circa le quattro del pomeriggio. Si percorreranno le vie del paese toccando le maggiori chiese da cui si aggiungeranno di volta in volta i numerosi simulacri che compongono la lunga teoria. Le acclamazioni dei portatori si mischiano e si alternano ai rosari. Si invoca il Santo portato, lo Spirito Santo e la Misericordia di Dio e lo si fa urlando, perchè, si sa, un urlo arriva al cielo ben prima della flebile preghiera. le invocazioni si alternano come si farebbe in una litania, vara per vara, tutti acclamano quando si riparte, quando si accede ad una nuova strada, si passa da una chiesa o in generale quando vi è forza e brio per farlo. Quell’acclamazione che viene dal cuore, che libera adrenalina e che soprattutto dà, di tanto in tanto, la forza per continuare. Le statue si presentano di splendida fattura e di diverse epoche; è uso che alcune si mettano vicine quando la strada si allarga come ad esempio San Giuseppe e la Madonna della Catena, San Rocco e San Vito, la Madonna del Rosario e San Nicola ecc… tuttavia gli unici a non separarsi nuovamente sono i primi. Fino a qualche anno fa la loro separazione avveniva davanti al cancello dello Spirito Santo e procedevano singolarmente alla corsa. oggi invece procedono vicini e si salutano davanti la porta della chiesa.
La festosa processione è preceduta da uomini, ragazzi, donne o bambini che con un piccolo contenitore d’argento o intrecciato detto ”
panariddu”
raccolgono le offerte per questo o quell’altro Santo; procedono lentamente gridando il nome del Santo muovendo il contenitore che risuona di monete. l’offerta è contraccambiata con un immagine benedetta. Particolarissimo momento è la
salita alla Via Crucis (o calvario), le più leggere e piccole statue percorrono le varie stazioni, mentre le più grandi sostano davanti al cancello. I portatori ovviamente “gridano” l’offerta di questo viaggio al Calvario è molto significativa, è come un riconoscere, nella passione del Cristo, la santità dell’uomo portato a spalla, un riconoscere che senza Cristo non c’è Santo… un'ammissione che solo per via della croce si arriva alla santità. La processione si avvia infine lentamente verso il
Santuario effettuando un ultima sosta presso la
cappella di San Leonardo. Ad entrare nella villetta a rendere omaggio a San Leonardo sono tutti i Santi eccetto la Madonna (le statue che la raffigurano), questa particolarità è stata spiegata da alcuni come un senso di rispetto: San Leonardo essendo inferiore alla Madre di Dio non deve ricevere da Lei alcun tributo semmai al contrario.
Verso le ore 18.30 i tamburinai giungono al piazzale antistante il Santuario aprendo il corteo e rendendo il loro omaggio allo Spirito Santo. Subito dopo, annunziato dal parroco, San Giovanni Bosco apre “i Cursi” o “Miraculi”: ogni Santo percorre il piazzale per tre volte correndo; queste corse simboleggiano la prontezza nell’ubbidire e lo slancio del Santo nei confronti dello Spirito Santo. La spiegazione religiosa è tuttavia insufficente, o meglio si tratta di una cristianizzazione di riti più antichi. Benchè le corse di oggi abbiano spirito profondamente cristiano e una valida spiegazione teologica secolare, sono figlie di riti agrari pre cristiani che tendevano a invocare la fertilità della terra. l’andare avanti e indietro come a solcare lo spiazzo pare quasi riprodurre il lento lavoro del contadino con l’aratro. tutto è simbolico durante le corse: il gridare dei portatori, il fatto stesso di correre, il suono festoso delle campane e dei mortaretti, il numero di tentativi prima dell’entrata, i nastri appesi ad alcuni simulacri… tutto ci riporta a concezioni antiche che nella nostra civiltà contadina si sono conservate amabilmente e cristallizzate come gemme preziose di tradizione Cristiana.
I Santi sono condotti all’interno del Santuario per farli chinare verso l’immagine dello Spirito Santo e lì se ne invoca ancora il nome connesso con quello dello Spirito Santo. La particolarità della processione sta nel fatto che i vari simulacri sono portati a spalla alcune da uomini, altre da donne (come santa Rita), altre dai ragazzi (come San Michele), dalle ragazze (sant’Anna) alcune perfino dai bambini (San Liggiuzzu). Tutti i Santi corrono “i Miraculi” ad uno ad uno e sono presentati dal parroco. L’ultima corsa, come per tradizione, è quella del gruppo statuario della Trasfigurazione, detta dai gangitani “il Salvatore”. Particolare la risalita di San Cataldo (Santo Patrono del paese) che è riportato alla sua chiesa a spalla: raccontano orgogliosi i portatori che qualche anno fa il camion che doveva ricondurre le statue in paese non partì finché non fu scesa la statua di San Cataldo. Gli altri simulacri invece vengono riportati in paese sopra alcuni camion. San Cataldo nella risalita visiterà molte chiese “come a ringraziare per la partecipazione” e con una vanniata caratteristica “VIVA SAN CATA' e il santo a cui è dedicata la chiesa”.
Chiude il lungo corteo la Reliquia della S. Croce, con cui viene impartita la benedizione agli astanti. Nelle chiese di appartenenza i Santi vengono rimessi al loro abituale posto e ai portatori si offre un piccolo rinfresco che a base di calia e semente.
Le Statue. Le statue che vengono portate in processione, sono collocate in base alla confraternita di appartenenza. La confraternita che apre il corteo è quella di San Giuseppe ‘u poviru; dietro lo stendardo della confraternita troviamo subito il simulacro di San Giovanni Bosco e dietro, quello di Maria Ausiliatrice. La seconda confraternita è quella del Divin Parto e qui troviamo altre due statue. San Francesco Saverio e La Madonna del Divin Parto. A seguire troviamo la confraternita del Carmelo, anch’essa composta da due simulacri. Sant’ Alberto Magno e Santa Teresa del Bambin Gesù. La quarta confraternita e quella delle Anime Sante del Purgatorio. Qui troviamo Santa Venera, Santa Veronica, Santa Lucia e per concludere la Madonna delle Grazie. Poi è la volta della quinta confraternita, quella della Santissima Trinità; con San Sebastiano e San Luigi (Luigiuzzu). La sesta confraternita è quella del Santissimo Sacramento, che procede con Sant’ Antonio e San Franceso d’Assisi.
Una delle confraternite con più simulacri è la settima confraternita, quella della Madonna del Rosario, a Gangi chiamata la confraternita ”di’ mastri’”, perchè appunto la confraternita degli artigiani. Subito dopo lo stendardo troviamo il simulacro di Santa Rita da Cascia, segue San Vincenzo Ferreri, San Domenico, Sant’ Eligio, San Nicola di Bari, e Maria SS del Rosario. Dopo la confraternita della Madonna del Rosario, avanza quella di Maria SS Annunziata. Dietro lo stendardo della confraternita avanzano San Leonardo, Sant’ Espedito, San Rocco, San Vito, Santa Maria di Gesù (a Gangi a’ madonna di Gibilmanna) e chiude il corteo Maria SS Annunziata. La nona confraternita è quella della Madonna della Catena, qusta confraternita è affiancata alla decima, quella della Sacra Famiglia. La prima statua è quella di San Michele Arcangelo, segue San Biagio, Gesù Bambino, San Pio, San Pasquale Baylon, Sant’ Anna, San Paolo e chiudono la confraternita San Giuseppe e la Madonna della Catena, che dalla via nazionale al santuario, procedono affiancati. L’undicesima confraternita è quella di San Cataldo, il Patrono di Gangi, che come confraternita ospita una sola statua, appunto quella del Santo patrono della nostra cittadina. L’ultima confraternita è la più antica di tutte, è la confraternita del SS.Salvatore. Essa ospita come prima statua l’Angelo Custode o San Filippo Apostolo che vengono portati a turno in processione in anni alterni; segue San Francesco di Paola e chiude il simulacro della Trasfigurazione. Chiude tutto il corteo la reliquia della Santa Croce.
Foto Salvatore Machì
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Ultima modifica: 2023-07-07 19:43
Fonte / Autore: Sito Spirito santo Gangi
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