Festa di S. Giuseppe a Mirella Imbaccari (CT), gli "Altari" sapori e tradizioni. Ogni anno, in occasione della solenne festività di San Giuseppe, nelle case dei devoti viene allestito "l'Autaru". Un segno di fede e di ringraziamento per grazia ricevuta che ci lega al nostro co-patrono. Una tradizione anticchisima che si ispira alla leggenda greca di Persefone e Demetra, cristianizzata nel Medioevo, oggi tradizione di culto in un comune che fonda le sue radici in un passato dalla forte matrice agraria. Ogni anno i contadini ringraziavano la terra per i suoi frutti...oggi ogni anno l'altare è simbolo di fede e di ringraziamento alla vita e alle sue difficoltà superate.
Gli altari per le case dei mirabellesi... Nella preparazione dell’altare, la famiglia votiva, si avvale della preziosa collaborazione di amici e parenti (S. Giuseppe voli u traficu) infatti, i preparativi iniziano non meno di due settimane prima del giorno stabilito. Protagonisti dell’evento sono i “Santi”, scelti fra le persone più bisognose del paese, sono generalmente tre e rappresentano la Sacra Famiglia: secondo la tradizione, colei che interpreta la Madonna deve essere nubile, Gesù Bambino deve avere meno di tredici anni e San Giuseppe deve essere un uomo sposato. Ogni altare è realizzato con una struttura di legno che ha come base un grande tavolo di legno e sopra innalzati due o tre gradini, il tutto viene ricoperto di lenzuola bianche ricamate, adornato con arance, rami di alloro fiori, ceri, statuine sacre, immagini di altri santi e un quadro che raffigura la Sacra Famiglia.
La tavolata è imbandita da varie pietanze: frutta, dolci, olio, vino e quant’altro. Tutto deve essere pronto il mezzogiorno della vigilia della festa,in attesa che un prete porti la sua benedizione. Dal pomeriggio fino a tarda sera è un via vai di gente che visita quanti più altari possibile, riempiendosi l’animo di commozione e spiritualità al cospetto di tanta bellezza. Alla fine della sera i devoti si chiudono in casa in una veglia silenziosa e sentita che si protrae fino a tarda notte. A Mezzogiorno, dopo la preghiera popolare:”Beniditta la cena, beniditta la Maddalena, biniditta u padri, u figghiu e u Spirit Santu“. I Santi si siedono per dare inizio al rito del pranzo che inizia con il taglio del pane da parte di San Giuseppe e l’assaggio dell’antipasto, successivamente si prosegue con tutte le altre pietanze cotte che si trovano sull’altare, infine si conclude con la tradizionale pasta con i fagioli e il finocchietto. Al termine, tutto quello che è posto sull’altare e tutto il cibo rimanente, viene donato in parti uguali ai tre santi.
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Ultima modifica: 2020-03-10 17:08
Fonte / Autore: Presidente Pro loco Mirabella imbaccari
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