La festa si svolge la prima settimana di settembre nelle vicinanze della
chiesetta rurale dedicata alla Madonna della Provvidenza. L’edificio risale ai primi dell’800 ed è collocato su una collina che sovrasta il paese a circa 300 metri dall’abitato di
Santa Caterina Villarmosa. La festa, già conosciuta dagli anni della costruzione della chiesetta, era collegata ad una delle fiere di bestiame più importanti della Sicilia e riconosciuta con Regio Decreto.
Caratteristica di questa festa, che si svolge totalmente in campagna, è quella di aver mantenuto nel tempo i giochi e prove di abilità nei quali i nostri nonni si cimentavano: “l’antenna”, conosciuto come l’albero della cuccagna, “i pignatuna”, ovvero le pentolacce, “’a cuccagna”, consistente nel cercare di attraversare, senza cadere per terra, un prisma triangolare in legno lungo circa 3 metri, sospeso da due piantoni e rotante su se stesso, con molta probabilità di cadere per terra qualora non si mantenga un perfetto equilibrio. Altri giochi arricchiscono il programma dei festeggiamenti, durante i quali sono previsti anche musiche e balli e diversi concorsi a premi. Nella giornata conclusiva, una delle attrazioni maggiori è quella “du cavaddru” (il cavallo). Su un telaio fatto di canne intrecciate a forma di cavallo, ricoperto di carta crespa, rifinito con bardature simili a quelli dei cavalli che trainano i carretti siciliani, lateralmente si pongono delle fiaccole pirotecniche che vengono simultaneamente incendiate, a conclusione della festa, in perfetta oscurità, assicurando uno spettacolo unico nel suo genere. Questo rudimentale cavallo viene condotto da una persona che cerca di eseguire movimenti propri di una cavallo: trotto, corsa, impennata, ecc. a tempo di musica. La serata si conclude sempre con spettacolari fuochi di artificio.
La festa che fino agli anni ’80 si svolgeva solo di domenica, limitandosi un giorno, si svolge nell’arco di quattro giorni per concludersi sempre nella prima domenica di settembre. Durante la festa è possibile gustare tanti prodotti tipici della cucina popolare (Ceci e fave bollite, “cuccia”, “muffoletti" con ragù) e carni cotte alla griglia, accompagnati da un buon vino a tanta allegria.
Ultima modifica: 2022-11-23 22:00
Fonte / Autore: Gino Di Martino
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