La restituzione del capolavoro restaurato al suo territorio arricchisce il patrimonio culturale siciliano di un’opera straordinaria, la cui origine è da inquadrarsi presumibilmente nel IV secolo a.C. in ambiente greco. La statua bronzea raffigura un Satiro che danza con un dinamismo che si inquadra in uno schema abituale già dal IV sec. a.C. La superba naturalezza, ed eccezionalità ad un tempo, del movimento di questo capolavoro dell’arte antica, non possono fare dimenticare quella che è la caratteristica più pregnante della statua: la sua magnifica testa, attraversata da un ventoso turbinio impalpabile, ma non meno efficace e vigoroso, che ne modella sia le sembianze anatomiche (zigomi, occhi, naso e bocca), che, soprattutto, la sconvolgente chioma. La testa è innaturalmente inarcata dalla dinamica del movimento vorticoso del personaggio, che riesce a sconvolgere anche le più elementari regole della naturalezza e che non può non essere opera di un grande maestro. Come è noto, il Satiro venne ripescato nel marzo del 1998 dal motopesca mazarese Capitan Ciccio, di proprietà degli armatori Asaro e Scilla, al comando di Francesco Adragna, che rinveniva, nel mare tra Pantelleria e l’Africa, una statua bronzea a grandezza naturale rappresentante un Satiro.
Il Museo del Satiro espone reperti provenienti dalle acque del canale di Sicilia, fra cui il frammento bronzeo di zampa di elefante di epoca punico-ellenistica, un calderone bronzeo di epoca medievale, una selezione di anfore da trasporto di epoca arcaica, classica, ellenistica, punica, romana e medievale. Sono esposti anche due cannoni in ferro provenienti da Torretta Granitola, da cui provengono alcuni capitelli corinzi e ionici anch’essi esposti.
Orari ingresso:
tutti i giorni (Festivi compresi) ore 9.00 - 19.00
Fonte / Autore: Regione Siciliana Dipartimento Beni Culturali
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