La Casa Museo dell'apicoltura tradizionale, "A casa dò Fascitraru". Sortino, povera di terre fertili ma dalla millenaria tradizione apistica, è stata prontamente sensibile all'esigenza di genuinità, offrendo al largo territorio circostante il proprio antichissimo miele, che, come un fiume carsico, riemergeva in superficie. Con la rinascita del genuino miele, è riaffiorata anche la memoria del passato: perché, quando mangiamo il miele, non gustiamo soltanto la sua dolcezza e il suo ineguagliabile aroma, ma assimiliamo e riviviamo la nostra storia col suo mondo agricolo, fatto di tribolazioni, soddisfazioni, sconfitte e di piccole e grandi vittorie su una natura tante volte ingrata e difficile.
La Sagra del Miele di Sortino, che con fortuna e successo si ripete annualmente dal 1981, con tanta partecipazione di visitatori provenienti non solo dalla provincia di Siracusa, ma anche da terre più lontane, è la dimostrazione che l'esigenza del genuino è viva e generale: a Sortino infatti è possibile trovare, insieme col miele, tante altre genuinità quali olio, formaggio, arance ovali e i tipici prodotti della gastronomia locale. Le testimonianze viventi del passato - quelle poche che ancora resistono - ci aiutano a conoscere e rivivere quella che fu, lo si può ben dire, la cultura del miele.
la "Casa Museo dell'apicoltura tradizionale", promossa, nell'ambito delle iniziative del Museo Comunale - sezione di Etnologia, patrocinata dal Comune di Sortino, il quale fa parte, dal marzo 2002, dell'Associazione Nazionale "Le Città del Miele". A cura dell'Associazione Culturale "Civiltà Iblea" con sede in Sortino, la "Casa Museo", ubicata alla, aperta in esposizione permanente dal 3 ottobre 2003 in occasione della XXIII Sagra del Miele, presenta quelle peculiarità sulle quali i vecchi apicoltori si rispecchiano, rivivendo emotivamente i momenti tristi o felici dell'operosità loro e delle api.
La Casa ci mostra - con visite guidate - come i mastri fascitrari costruivano 'i fascetri (le arnie) câ ferra (con la ferula, Ferula Comunis, caratteristico legno poroso e leggero), sui banchi di lavoro, cioè supra ò vancu 'i sgarruzzari (sul banco apposito a tagliare a rocchetti - catrozzi - i tronchi della ferula) e supra ò vancu 'i parari (sul banco adatto a piallare e sfaccettare i rocchetti). La Casa Museo ci illustra pure come veniva effettuata la smielatura dê bbrischi (dei favi) cô cannisciu e cô conzu (col cestone e il torchio). Oltre le panciute giare del miele, trovano posto nella Casa anche il tipico carretto ('a carretta), per le notturne e defatiganti transumanze, i molti fascetri, 'u fucularu acceso per lavare la cera in acqua bollente, i tanti arnesi da lavoro, i depositi di rocchetti, appoggiati alti sulla parete, le lunghe verghe di mandorlo selvatico, di olivastro, di mirto e di bagolaro. La Casa costituiva per l'apicoltore vanto e segno di benessere familiare, che per atavica connaturata riservatezza, non andava ostentato.
La Casa Museo dell'apicoltura tradizionale è in esposizione permanente.
Per visite guidate e informazioni telefonare al 0931.952992 - 333.9003816
Fonte / Autore: Sito "Casa Museo dell'Apicoltura Tradizionale"
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