Il Santuario di Gibilmanna, dedicato alla Santissima Vergine, è un celebre luogo di culto della provincia di Palermo, che si trova a Gibilmanna, frazione di Cefalù. Si trova a circa 800 m s.l.m. sulle pendici occidentali del Pizzo Sant'Angelo (cima delle Madonie), sulla cui cima esisteva una chiesetta dedicata a San Michele Arcangelo. Il nome “Gibilmanna” che sembra essere di origine araba, deriva dalle espressioni "Gebel-El-Man" e "Gibel-El-Mann", nelle quali il termine "gebel/gibel" significa "monte", mentre il secondo termine è stato interpretato come "divieto", oppure "manna". Così "Monte del divieto" potrebbe riferirsi alla fitta vegetazione che impediva il passaggio o alla proibizione di pellegrinaggi al santuario cristiano da parte degli Arabi conquistatori, "Monte della manna" si riferirebbe invece alla presenza di frassini produttori di una sostanza vischiosa chiamata "manna", e quindi "Monte della grazia" o "del dono divino", in riferimento proprio alla presenza del santuario. Infine un'ultima interpretazione indica il significato di "Monte della fede".
La Storia
Il giorno di Pasqua del 1534 durante una tempesta di mare trovava riparo nel borgo medievale del Castello di Roccella un’imbarcazione che trasportava una statua raffigurante una Madonna con il Bambino, la statua caricata su un carro trainato da buoi, lasciati in libertà, dopo giorni di viaggio si fermava nel promontorio che sovrasta Cefalù dove sorgerà l’attuale Santuario di Maria SS. di Gibilmanna.
E' il più celebrato fra i Santuari mariani della Sicilia. Era all’inizio un monastero di Benedettini, che promossero il culto della Madonna. Abbandonato dai Benedettini, probabilmente nel secolo IX, durante l’invasione dei Saraceni, il monastero rimase per alcuni anni senza manutenzione, rovinandosi completamente; la chiesetta, invece, si mantenne in discrete condizioni, grazie all’interessamento dei devoti. Nel secolo XII, i Saraceni furono cacciati dal conte Ruggero il Normanno e le istituzioni monastiche rifiorirono. Nel 1228, Arduino II, Vescovo di Cefalù, eresse Gibilmanna a beneficio ecclesiastico col titolo di Priorato, da conferirsi ad uno dei canonici della Cattedrale; i Priori si succedettero fino al 1535, anno in cui la chiesa fu ceduta al nascente Ordine dei Frati Minori Cappuccini.
Nel 1619, si diede inizio ai lavori per la costruzione della nuova chiesa, che fu pronta nel 1624. L’anno dopo fu compiuta la cappella della Madonna. Da allora, molte sono state le nuove opere, molti i rifacimenti, moltissimi i cambiamenti nella chiesa, nel monastero, negli edifici vicini. Il 17 settembre del 1927, in occasione del VII centenario della morte di san Francesco, fu inaugurato il suo monumento, opera dello scultore palermitano Francesco Garufi. Nel dicembre del 1954, Pio XII, con una Bolla, dichiarò la Beata Vergine Maria, sotto il titolo di Maria Santissima di Gibilmanna, celeste patrona presso Dio di tutta la diocesi di Cefalù.
All'interno la chiesa, semplice e raccolta, presenta un originale impianto a croce latina capovolta per l’innesto lungo le navate delle due cappelle, della Madonna a destra e del Sacro Cuore a sinistra. Sull’altare maggiore un dipinto dell’Assunta, di autore ignoto, e una ricca custodia in legno scolpito tipica delle francescane. A sinistra dell'altare l'Ecce Homo dipinto da P. Sebastiano da Gratteri, utilizzando succhi d'erbe e fiori. Alle pareti delle navate dipinti devozionali raffiguranti S. Bonaventura, S. Michele,S. Francesco e Santi cappuccini. Nella cappella della Madonna le opere piu interessanti sono: l'affresco della Madonna con Bambino, probabilmente del sec. XIII, che fu trasferito nella della Madonna segando il muro della vecchia chiesetta Benedettina ed incastrandolo nella nuova parete; un antico Crocifisso in legno, manifattura siciliana dei XIV sec.; il simulacro marmoreo di Maria SS.Regina del Paradiso, realizzato da Antonio Gagini, o dalla sua scuola. Intorno alla statua della Madonna i Cappuccini innalzarono un fastoso altare in stile barocco del palermitano Baldassare Pampillonia. I Cappuccini hanno voluto fare di Gibilmanna anche un centro culturale, di cui le espressioni più alte sono la biblioteca, il museo, il centro Duns Scoto.
La Festa di Maria SS. di Gibilmanna, che si celebra la prima domenica di settembre, si svolgeva il 15 gosto, ed era caratterizzata da pellegrinaggi a dorso di mulo, bivacchi notturni ed altre forme di devozione popolare. Successivamente, la celebrazione fu spostata al giorno 8 settembre, poi al 1° del mese.
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