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Santuario della Madonna dei Miracoli di rito latino. Il Santuario si trova nella parte più bassa dell’abitato e la costruzione di questo è legata ad una leggenda secondo la quale, “un giorno arrivò nel nostro paese un uomo ammalato di lebbra. Quando gli abitanti se ne accorsero, temendo il contagio, lo cacciarono. Egli allora si rifugiò in un boschetto e li si addormentò; mentre dormiva vide in fondo ad un roveto l’immagine della Madonna col Bambino in braccio dipinta su un grosso masso di pietra arenaria. L’uomo si avvicinò e sentii la voce della Madonna che gli diceva di andare in paese e dire agli abitanti che voleva si costruisse una cappella proprio in quel punto e in testimonianza di ciò lo guarì dalla sua malattia facendolo lavare con l’acqua che sorgeva in quel luogo. Egli si recò in paese, diede la notizia agli abitanti che in breve tempo costruirono, in quel luogo, una cappeletta per venerare la Vergine Santissima, che da loro fu chiamata “Madonna dei Miracoli”.
La chiesa sorse in seguito, quando gli abitanti di quel quartiere presero un carro con dei buoi e misero il masso sul carro per trasportarlo verso il paese. Si racconta che ad un certo punto i buoi si fermarono e non ci fu modo di farli andare più avanti. La gente interpretò il fatto come se la Madonna avesse voluto che in quel luogo si erigesse un Santuario e proprio in quel luogo fu eretto l’attuale Santuario”.Il Santuario è ad unica navata contornata da quattro altari, decorati con stucchi e fregi in gesso, l’altare contenente la statua della Madonna dei Miracoli, quella dei SS. Cosma e Damiano, quello del Sacro Cuore, quello dell’Ecce Homo e quello del Crocifisso. Nell’abside sono posti due dipinti del pittore Celestino Mandalà, oriundo di Mezzojuso, che raffigurano due scene della leggenda: l’apparizione della Madonna al lebbroso e i buoi che trasportano il carro contenente il masso. Sopra l’altare è collocato il masso ritrovato recante l’immagine della Madonna dei Miracoli che tiene stretta a se il Bambino. L’autore di questo dipinto è ignoto.
Fonte / Autore: Pro Loco Mezzojuso
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