La costruzione del chiostro, coeva alla fondazione del convento, risale con ogni probabilità all'ultimo scorcio del secolo XIII. Il chiostro, in stile gotico-normanno riprendeva lo stile di quello di Monreale e di Cefalù, con arcate sorrette da colonnine binate tortili o lisce, di varia struttura e dimensione, con capitelli di fogge e decorazioni diverse principalmente floreali. Il chiostro pur avendo subito attraverso i secoli, notevoli rimaneggiamenti e mutilazioni, conserva strutturalmente il suo fascino medievale. Nelle corsie in stile gotico-normanno sono visibili stemmi nobiliari di famiglie benefattrici dell'Ordine . Nella prima metà del secolo XVI l'originario tetto delle corsie, probabilmente in legno, fu sostituito da una volta a botte ancora esistente. Nel 1526 le pareti furono affrescate dal pittore domenicano Nicolò Spalletta da Caccamo, con scene dell'Apocalisse e della vita di alcuni santi domenicani. All'inizio del sec. XIX questi affreschi, descritti e lodati dal Mongitore, furono però picconati, raschiati e ricoperti di intonaco e di loro oggi è visibile solo qualche traccia. Il Chiostro, rispetto al suo disegno originario, ha subito una notevole alterazione planimetrica in seguito alla costruzione dell'attuale chiesa di San Domenico nel 1640.
Attualmente il Chiostro accoglie lapidi sepolcrali, statue e lapidi commemorative di personaggi e avvenimenti del Risorgimento. Nella corsia est un ampio portone immette nell'ex Cappella di Santa Barbara dove è possibile ammirare anche una grande tela del &A533;600, rappresentante la Madonna con S. Vincenzo Ferrer. A seguire un portone immette all'atrio dove ampie scale, un tempo, portavano al refettorio del convento a primo piano, mentre oggi accoglie una sala convegni dedicata al padre domenicano Luigi Di Maggio. Questi locali sono assegnati dal 1886 alla Società Siciliana di Storia Patria. Al centro della corsia settentrionale è l'ingresso al Museo del Risorgimento.
Orario di visita:
Solo su prenotazione e per gruppi
Fonte / Autore: Associazione Turistico Culturale Itiner'ars
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