Via Mons. D'Arrigo, 1 -
Per quel che riguarda questa chiesa, sappiamo che nel 1255 il papa Alessandro VI inviò la prima pietra, da lui benedetta, per la sua edificazione che fu possibile grazie alle generose donazioni di tre nobildonne messinesi vicine all'ordine francescano: Violante Palizzi, Beatrice Belfiore ed Eleonora Procida. Il tempio fu innalzato sulla riva sinistra del torrente Boccetta in una forma sobria, di semplice struttura anche se di altezza imponente, con annessi monastero e chiostro non più esistenti. L'architettura, a pianta basilicale con una sola navata, si rifaceva a uno stile gotico-siciliano con le notevoli ogive dei portali e della singolare abside che vediamo in bella evidenza nella Pietà di Antonello da Messina, oggi al museo Correr di Venezia, oltre che in numerose stampe.
La chiesa fu restaurata una prima volta all'inizio del '700 e circa un secolo dopo, in seguito ai danni riportati con il terremoto del 1783. Nel 1884 fu assai danneggiata da un violento incendio. Dopo il disastroso sisma del 1908, che lasciò in piedi le sole absidi, fu riedificato con l'intento di riproporre lo stile originario, dall'architetto F. Valenti (molto attivo in città negli anni della ricostruzione). Oggi, della struttura originale si possono ammirare i due portali, il rosone del prospetto principale e la parte absidale. Nella sua secolare storia fu arricchita da molte opere d'arte: tavole di scuola antonelliana, dipinti di Mariano Riccio, Alonso Rodriguez, Deodato Guinaccia ed un quadro raffigurante S. Francesco che la tradizione vuole opera di Salvatore degli Antonii padre di Antonello. Tra le sue mura trovarono sepoltura insigni personaggi tra cui il re Federico IV d'Aragona morto, forse di peste, a Messina nel 1377 e che, pochi anni prima, uscendo dalla stessa chiesa aveva subito un pericoloso attentato. Anche Cameola Turinga, celebre donna messinese, fu sepolta nella chiesa di San Francesco dove nel '500 il matematico F. Maurolico le rese visita.
Fonte / Autore: www.fratiminoriconventualisicilia.it
CONDIVIDI SU FacebookTwitterGoogle+