La Chiesa Madre di S.Stefano è stata fondata nel XIV secolo per volontà del potente Federico Chiaramonte e fu dedicata a S.Nicola di Bari. La sua trasformazione si accompagnò allo sviluppo del paese. Anche il nome fu cambiato, per un lungo periodo, in di S.Maria dell’Itria per la particolare venerazione che ebbe in Sicilia. Al quattrocento risalgono le prime opere d’arte di cui abbiamo notizia e documentazione, di indubbio interesse artistico e storico. Al 1464 risale la tela dei tre protettori del paese ( S.Stefano protomartire, Madonna della Catena e S.Rosalia). Quest’ultima documenta il culto alla Santa anteriore all’invenzione delle ossa sul monte pellegrino e della grotta della Quisquina (1624). Dal settembre del 1625 si conserva, nella Matrice, il busto di Argento che raffigura Santa Rosalia con le reliquie che si conservano in una teca. Nel 700 Giuseppe Emanuele Ventimiglia principe di Belmonte con le elargizioni proprie e del popolo, sotto la direzione di P.Ignazio Traina fine architetto, rifece e restaurò la chiesa Madre. I fratelli Manno Antonino e Vincenzo, artisti palermitani, hanno eseguito gli affreschi che impreziosiscono il presbiterio e alcune tele collocate negli altari laterali. Nella cappella centrale domina il bellissimo "Crocifisso ligneo", dono del principe di Belmonte. Il 4 settembre del 1774 il Vescovo di Agrigento Antonino Lancea con solenne rito consacrò la Chiesa Madre dedicandola ai Santi: Nicola, Giuseppe e Rosalia. Altri dipinti furono collocati nella Chiesa Madre. Meritano una particolare attenzione la risurrezione di Lazzaro e la cena di Emmaus di autore ignoto. A fine 800 Federico Panepinto, artista stefanese, eseguì le tele del martirio di S.Lorenzo e la strage degli Innocenti. Nelle cappelle laterali si trovano le Statue (sculture in legno) di S.Giuseppe, dell’Immacolata. di S.Stefamo protomartire e dell’Addolorata di F.Pennino.Prezioso è il fonte battesimale dove è stato battezzato Giacinto Ansalone il 1° novembre 1598. Molti lavori sono stati eseguiti dall’Arciprete Mons. Luigi Abella durante il suo lungo ministero pastorale (1932 al 1968). Oltre ai lavori di restauro a lui si deve la ricostruzione del campanile, della casa canonica e dei locali delle suore Assuntine. L’adiacente chiesetta di S. Francesco di Sales, meglio conosciuta come l’Oratorio delle cinque piaghe, è fra le più antiche chiese del paese (edificata nel 1580); all’interno tele dei Manno e pregevoli stucchi.
Fonte / Autore: www.chiesamadresantostefanoquisquina.it
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