La Chiesa Madre Maria SS. Assunta, edificata nel periodo normanno (XI sec.), possiede un’impostazione planimetrica a forma basilicale a pianta longitudinale, a tre navate con navata trasversale. Le tre navate terminano oltre il transetto con tre ambienti distinti, di cui quello centrale, il Coro, si differenzia dagli altri per la maggiore ampiezza. L’attuale configurazione planimetrica sembra essere quella originaria, sulla quale si sono sovrapposte ristrutturazioni successive. La parte più antica è quella che comprende le tre navate, divise da due filari di colonne quadrate, sormontate da capitelli di stile arcaico e terminanti con un ordine di archi a sesto acuto od ogivali. Dello stesso ordine si presentano l’arco trionfale e i due archi delle navate laterali che immettono nel transetto. Delle cinque entrate, solo la porta sud, ad ogiva con un semplice archivolto, risale alla costruzione originaria, mentre le altre rimontano ad un’epoca successiva, quasi sicuramente dopo il terribile terremoto del 1693.
La chiesa fu ulteriormente danneggiata dal terremoto del 1908 con il crollo parziale della navata centrale che venne ricostruita ricalcando fedelmente l’originaria struttura architettonica della fondazione. Di notevole pregio il monumento funerario del 1780 in pregiato marmo policromno dove riposano le spoglie mortali dei donatori dell’altare maggiore, Antonino Bosurgi e la consorte Angelica. Dietro l’altare si trova il Coro ligneo, pregevole opera. Il Coro occupa lo spazio absidale con un insieme di ventuno stalli lavorati preziosamente ad intaglio ed intarsio. Esso si presenta come un’imponente opera artigianale in legno di noce che può essere inserita tra i rari cori eseguiti in Sicilia tra la fine del secolo XVI e la prima metà del secolo successivo. La lavorazione ad intaglio delle fiancate laterali delle panchette terminano in sfingi alate dal copricapo a forma di elmo di gusto spagnoleggiante. Nelle restanti parti del coro troviamo, lavorate ad intaglio, raffigurazioni zoomorfe e a grottesca, oppure sfingi e cariatidi dal volto umano e dal corpo stilizzato che scandiscono verticalmente gli stalli. In quest’ambiente si riunivano in preghiera i Prelati della vasta Arcipretura (sino al 1900 inglobava le Parrocchie di Saponara, Villafranca, Calvaruso, Spadafora, S.Martino, Venetico, Torregrotta, Valdina e Roccavaldina) sotto la cattedra del Priore ed Abate dell’Abbazia di S.Leone che ricopriva la carica di Arciprete. Al suo interno si possono ammirare pregevoli opere d’arte quali tele e monumenti funerari del 1700.
Fonte / Autore: www.comunedirometta.it
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