La chiesa di Santa Maria Maggiore sorge nell’attuale piazza Regina Margherita, in prossimità della villa comunale, nello stesso posto dove sorgeva la chiesetta di Santa Maria, la più antica del paese, già esistente quando Scordia era ancora un Casale. L’attuale chiesa, in elegante e raffinato stile barocco, fu voluta dal commissario della Santa Inquisizione Don Matteo Imperia, che la dedicò al Cardinale Antonio Colonna Branciforte, come si legge in una lunga iscrizione incisa sulla lapide posta sul portale e recante la data del 1780.
L’interno è ad una sola navata ed è preziosamente decorato di stucchi e affreschi. Sono da notare inoltre l’altare maggiore, la balaustra e i quattro altari laterali di marmo policromo. Questi ultimi sono sormontati da tre pale di ottima fattura (opere di Marcello Vieri e di pittore ignoto) e dalla preziosa statua lignea della Madonna col Bambino. In una nicchia è conservata la statua, anch’essa in legno, di Santa Liberata. Sull’altare maggiore è posta una tavola che raffigura la Vergine col Bambino e santi, mentre in alto è rappresentato il Padre Eterno con angeli. L’opera, poi, è sormontata da un’altra immagine del Padre Eterno in stucco finemente modellato. La tavola, che nel tempo ha subito diversi interventi di restauro non sempre inappuntabili, reca la data del 1589 e il nome di Don Vincentio Valdassi, probabilmente voce corrotta per indicare Vincenzo Imbardaxi, signore di Scordia, che potrebbe averla commissionata. Sulle pareti della chiesa, all’interno di croci greche con i bracci verticali semicircolari e con quelli orizzontali quadrangolari, si trovano sei affreschi quasi a grandezza naturale che descrivono alcuni episodi della Vita di Maria disposti in successione cronologica, dalla Nascita della Vergine alla Presentazione di Gesù al Tempio.
A Maria sono dedicati anche i quattro affreschi dell’abside disposti ai lati della tavola centrale, questa volta non con criteri cronologici, bensì con funzioni simboliche: Madonna della Lettera, Madonna della Buona Morte, Immacolata Concezione, Madonna degli Ammalati. E’ da dire inoltre che i più vicini alla tavola centrale sono di forma ovoidale. Soltanto l’affresco della Madonna della Lettera è in buone condizioni, mentre gli altri tre sono andati quasi interamente distrutti e sono rimpiazzati da tre cattive copie ad olio. Di maggior pregio artistico sono gli affreschi della volta, anch’essi dedicati alla Madonna. Quello anteriore rappresenta la Morte della Vergine; quello centrale è quasi interamente perduto e rappresenta l’Assunzione della Vergine; quello posteriore, parzialmente distrutto, rappresenta la Glorificazione della Vergine.
Nella sagrestia, che secondo gli studiosi di storia locale occupa lo spazio dove anticamente sorgeva un tempietto dedicato a Cerere, sono conservati i bozzetti (o forse studi posteriori) di questi tre affreschi. Nella stessa sagrestia si conserva una pala rappresentante San Paolo che predica in Atene, di autore ignoto.
Fonte / Autore: www.comune.scordia.ct.it