E’ ubicata in un pianoro sovrastato dalla folta vegetazione del bosco e da alture montane, nell’omonima contrada "Sotto Vicaretto" nel territorio di Geraci Siculo. La costruzione viene attribuita a Francesco I Ventimiglia, quasi totalmente diroccata e abbandonata è stata ristrutturata ad opera della Comunità Europea e riportata alla sua naturale bellezza. La costruzione risale al XIV secolo, al tempo di Francesco I Ventimiglia, e vi si possono scorgere ancora reperti di gran pregio architettonico, scultoreo e pittorico quali il portone ogivale, il rosone, entrambi decorati in rilievo, l’arco interno a sesto acuto montato con pietre a blocchi lineari, le finestre in stile romanico, i resti di affreschi bizantineggianti, uno dei quali raffigura il busto di un Santo.
Secondo una tradizione che sa di leggenda un contadino lavorando il terreno sentì una voce che gli diceva “cava! cava!”. Pur sorpreso cominciò a zappare e tra i piedi gli spuntò un rotolo di tela con l’immagine dell’annunciazione, oggi ammirata nella Madrice di Geraci Siculo. La pittura però è rinascimentale, mentre il Priorato si incontra negli archivi a partire dal XIV secolo. È doveroso citare l’episodio (leggenda), che portò il quadro dell’Annunciazione a Geraci Siculo. Nel 1837 a Geraci infuriava il colera che mieteva tante vittime. Allarmati, i Geracesi pensarono di recarsi in processione penitenziale alla cava per prelevare il quadro e portarlo in Paese. A piedi scalzi tra lacrime e preghiere trasportarono il quadro a Geraci. Raggiunto le prime case il flagello cessò. Da quel giorno ogni anno (II° domenica di Luglio) i Geracesi portano il quadro in processione. Un anno, arrivati in Paese, i portatori non riuscirono ad andare avanti per la pesantezza del quadro che fu lasciato nella Chiesa di San Bartolomeo. I Castelbuonesi che a parere loro, vantavano la proprietà del quadro, tentarono di trafugarlo. Le campane della Chiesa misteriosamente si misero a suonare, svegliando i Geracesi che in processione portarono il quadro nella Chiesa di S. Maria Maggiore di Geraci Siculo.
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