Annunciata da una scenografica scalinata, la Chiesa di S. Pietro è il Duomo della città bassa, dedicato al santo patrono della Città. Edificata verso la metà del sec. XIV, fu parzialmente danneggiata dal terremoto del 1613. E' stata dichiarata Chiesa Madre al pari di San Giorgio, la chiesa "ufficiale" dei Conti. Fa parte anch'essa della lista dei Monumenti Bene dell'Umanità dell'UNESCO.
Una bella scalinata con le statue dei dodici Apostoli, chiamati dal popolo Santoni, conduce alla sobria ma maestosa facciata suddivisa in due ordini, e abbellita da quattro statue, raffiguranti San Cataldo, Santa Rosalia, San Pietro e la Madonna, che arricchiscono il secondo ordine, che è infine sormontato all'apice della facciata dalla scultura, in altorilievo, di un Gesù Cristo in trionfo. L'interno della chiesa, a tre navate e con 14 colonne dai bei capitelli corinzi, è spettacolare e decoratissimo, a partire dal pavimento, del 1864, con intarsi di marmo bianco, marmi policromi e pece nera, per finire con la volta, ricca di magnifichi affreschi, raffiguranti scene del Vecchio e del Nuovo Testamento, iniziati nel 1760 circa dal pittore locale Gian Battista Ragazzi con la collaborazione del figlio Stefano, e portati a termine intorno al 1780, probabilmente solo dal figlio. All'interno si conservano due statue marmoree, una "Madonna di Trapani" attribuibile ad un allievo di Francesco Laurana, databile intorno al 1470, ed una bellissima "Signora del Soccorso" (1507), altrimenti detta Madonna della mazza.
La statua ora in San Pietro è proveniente dalla chiesa di Santa Maria del Soccorso, dove a sua volta era stata portata dalla vecchia chiesa dallo stesso nome distrutta nel 1927 per costruire l'Istituto Magistrale. Giorgio Brigno da Milano, considerato dal Pitruzzella uno dei migliori artisti del Rinascimento siciliano, lavorava a Palermo nella bottega di Domenico Gagini. Notevole il gruppo statuario che raffigura San Pietro e il Paralitico, del 1893, in legno di quercia, considerato il capolavoro del palermitano Benedetto Civiletti. Il lampadario centrale, che incombe sull'altare maggiore, è un notevole lavoro di vetreria proveniente da Murano. L'organo monumentale, opera dei fratelli Polizzi ed inaugurato nel 1924, è composto da 3200 canne, 32 registri e due tastiere.
Fonte / Autore: www.comune.modica.rg.it
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