Feste e sagre in Sicilia

Settimana Santa e Pasqua a Caltanissetta

24 / 31 marzo - Caltanissetta (CL)

Settimana Santa e Pasqua a Caltanissetta a Caltanissetta
Durante la Settimana Santa, Caltanissetta si trasforma in un immenso teatro dove, dalla Domenica delle Palme alla fino a Pasqua, prendono vita maestose e antiche tradizioni, processioni e riti. Le celebrazioni iniziano con le affascinanti rappresentazioni teatrali del Lunedì e del Martedì Santo ed entrano nel vivo il Mercoledì Santo con la Processione della Real Maestranza, un impressionante corteo di 400 persone delle più antiche corporazioni artigiane.
 
Il momento centrale e più significativo è però la sera del Giovedì Santo, quando entrano in scena le sedici Vare o Misteri, speciali carri su cui vengono montati imponenti gruppi scultorei in legno, cartapesta e gesso. Questi gruppi rappresentano per lo più un momento della via Crucis; alcuni di essi però riproducono dipinti famosi, come quelli della Cena e della Deposizione.
 
Il Venerdì Santo è il giorno del Signore della Città (o Cristo Nero) portato a spalla dai Fogliamari (o Figliamari) che a piedi scalzi procedono in un commovente silenzio. La Settimana Santa si conclude la Domenica di Pasqua con la messa e la conclusione degli eventi collaterali.
 
MERCOLEDÌ SANTO
La Processione della Real Maestranza ha lo straordinario potere di resuscitare uno dei momenti più significativi della storia di Caltanissetta. Nata nel 1554 come milizia per difendere la città dalle incursioni turche, la Maestranza si chiamava così perché composta da artigiani e maestri d'arte. Solo nel 1806 diventerà Real Maestranza, ricevendo il titolo di reale da Re Ferdinando I delle due Sicilie.
 
Oggi, il suo imponente e commovente corteo, costituito dai rappresentanti locali delle più antiche corporazioni artigiane, testimonia la nascita dell'identità civica. Il coinvolgimento e la partecipazione di tutta la città alla celebrazione eucaristica, a conclusione delle quarantore, battezza l'unità socio-politica e religiosa della città.
 
Il Capitano della Real Maestranza
Il personaggio principale di tutta la manifestazione è il Capitano che viene eletto ogni anno tra i rappresentanti delle categorie artigiane. Il Capitano si veste secondo la tradizione settecentesca: marsina e feluca con piuma nera e coccarda tricolore, fascia tricolore con lo stemma della Repubblica Italiana alla cintura e spadino con l'elsa dorata. La mattina del Mercoledì Santo, intorno alle 9, i rappresentanti delle dieci corporazioni della città, in abito nero, e una banda musicale, accompagnano in corteo il Capitano dalla sua abitazione fino all'ingresso del palazzo comunale dove il sindaco gli consegna la "chiave della città". Subito dopo avviene la consegna del Santissimo Crocifisso velato nella cappella dell'atrio della biblioteca Scarabelli ed ha inizio la processione eucaristica.
 
Il Capitano indossa calze di seta, guanti e cravatta neri e porta mestamente in braccio il grande crocifisso velato di nero. Il Capitano si fa carico della colpa e del peccato di tutti. È preceduto nel corteo dall'alfiere e dallo scudiero, lo seguono l'alabardiere e il portabandiera. In guanti neri e con un cero in mano, tra due ali di folla, sfilano gli artigiani. Una toccante marcia colma di dolore e malinconia accompagna la Maestranza in Cattedrale per celebrare la venerazione del Santissimo Sacramento.
 
Il Capitano, in quanto rappresentante del popolo, riceve il perdono e annuncia la liberazione dell'uomo dal peccato; le calze, la cravatta e i guanti neri vengono allora sostituiti con quelli bianchi. Le bandiere delle corporazioni, liberati dai nastri oscuri, si dispiegano a festa! A mezzogiorno, la Real Maestranza esce dalla Cattedrale in solenne processione, accompagnando il Santissimo portato dal vescovo in uno splendido ostensorio d'oro. La marcia della banda musicale trasmette allegria e felicità, le campane e i mortaretti suonano e sparano a festa.
 
Le Varicedde
Le Varicedde, la sera del Mercoledì Santo, preannunciano il grande evento del giorno successivo, quando entreranno in scena le Vare, simbolo di tutta la Settimana Santa nissena. La loro sfilata in processione per le vie del centro storico, contribuisce a rafforzare il clima dell'attesa, della vigilia. Le Varicedde riproducono in miniatura le Vare del Giovedì Santo. Sono stati gli apprendisti dei maestri artigiani, all'inizio del secolo, a volere questa tradizione. In questa maniera, un po' per emulare, un po' per spirito di rivalsa, i giovani garzoni poterono partecipare da protagonisti ai siti della Settimana Santa.
 
Le prime Varicedde erano così piccole e rudimentali che venivano portate in processione in palma di mano. Successivamente, a partire dagli anni Venti-Trenta, i restauratori e scultori Salvatore Emma e Salvatore Capizzi eseguirono gli attuali piccoli gruppi sacri. Recentemente, il figlio e i nipoti di Salvatore Emma hanno realizzato due nuovi gruppi: "Gesù incontra la Madre" e "Gesù inchiodato sulla croce", che, insieme a "lo spoglio" del Capizzi, hanno portato a diciannove le scene rappresentate della Passione. Durante tutto l'arco dell'anno, le Varicedde sono gelosamente custodite nelle abitazioni delle famiglie proprietarie. La sera del Mercoledì Santo, intorno alle 19, vengono riunite in piazza Garibaldi per la processione. Accompagnate dalle note delle bande musicali, percorrono le vie principali del centro. Dopo la mezzanotte, uno spettacolare fuoco d'artificio saluta la loro "spartenza".
 
Giovedi Santo
La sera del Giovedì Santo le strade del centro storico di Caltanissetta sono affollatissime: tutti i nisseni non vogliono perdere la serata più popolare della Settimana Santa nissena e tantissimi turisti giungono e ne accolgono il richiamo.
 
La processione delle Vare del Giovedì Santo affonda le sue radici nei secoli passati anche se con modi e forme diverse. Infatti, la pia pratica della Visita ai Sepolcri nel corso del Settecento veniva solennizzata dalla Congregazione di san Filippo Neri, una congregazione sacerdotale, che portava in giro nelle chiese della città cinque gruppi di cartapesta con scene della passione alte circa cinquanta centimetri.
 
Nel 1840 la processione venne ripresa, il farmacista Giuseppe Alesso e suo figlio Michele costruirono sette "vare" un po' alla buona e diedero un nuovo impulso alla tradizione del Giovedì Santo. Ma solo nell'ultimo ventennio dell'Ottocento, le grandi Vare presero le dimensioni e l'aspetto artistico che vediamo oggi, grazie alla prosperità che la città aveva acquisito con il commercio mondiale dello zolfo. I proprietari delle miniere, ma anche gli zolfatari, i macellai, i panettieri, gli ortolani, i gessai e tanti altri gruppi di lavoratori si tassarono per avere ciascuno la propria Vara. La prima, La condotta al sepolcro, fu realizzata da un ignoto artista napoletano, altre quindici furono realizzate dai Biangardi Francesco e Vincenzo.
 
I Biangardi, scultori napoletani di ottimo livello, lavorarono a Caltanissetta dal 1883 al 1902 per realizzare i capolavori di cartapesta e di tela olona che sfilano il Giovedì notte, accompagnati da sedici bande che suonano marce differenti, seguiti e preceduti da fedeli e da autorità, decorati da fiori e da lumi, in una sorta di sfarzosa manifestazione della religiosità corale.
 
Ogni vara è composta da personaggi a grandezza naturale e alcune di loro riproducono in modo tridimensionale quadri famosi: la Cena è ispirata all'Ultima cena di Leonardo da Vinci e la Scinnenza alla deposizione dalla croce di Rubens. I gruppi sacri dovrebbero ripercorrere le tappe della via Crucis, che sono dodici, ma in realtà rappresentano le scene della passione e morte di Gesù più vicine alla pietà e al sentimento religioso popolare. Ad esempio l'ultima, l'Addolorata, distrutta da un incendio all'inizio del 1900, e ricostruita da Giuseppe Emma, rappresenta tutto il dolore delle madri.
 
La fede in questa occasione non si esprime in modo intimistico e personale, ma è sentita come rito sociale, come espressione della collettività, occasione di riconoscimento della identità di un gruppo e della comunità: a parte il sentimento religioso personale di ciascuno, gli abitanti di Caltanissetta si lasciano coinvolgere e si riconoscono in questa liturgia popolare in cui la folla diventa protagonista. 
 
Tutte le Vare sono affidate alle corporazioni che ogni anno ne curano l'addobbo floreale, durante la processione sono accompagnate da bande provenienti da diversi luoghi della Sicilia. I musicisti suonano fino alle 2 di notte, nonostante siano esausti si ritrovano nella piazza centrale per la "spartenza", la separazione dei gruppi che si allontanano velocemente.
 
Venerdi Santo
Il Venerdì Santo si tiene la Processione del Cristo Nero, un piccolo Crocifisso che sarebbe stato ritrovato in una grotta tra due candele accese. Al tramonto il crocifisso viene portato a spalla e a piedi scalzi dai "Fogliamari", i vecchi raccoglitori di verdure selvatiche. La devozione nei confronti di questo simulacro è molto grande, tanto da essere definito Signore della Città. Il rito del Venerdì Santo è in assoluto il più sentito e partecipato di Caltanissetta, la processione attraversa le vie del centro storico mentre i "Fogliamari" cantano le struggenti ladate.
 
Domenica di Pasqua
La Settimana Santa si chiude con il corteo della Domenica di Pasqua e la messa. Alla fine della celebrazione liturgica, il Capitano restituisce le chiavi della città al sindaco, mentre fuori, tra il suono delle campane e i mortaretti, vengono liberate le colombe bianche, simbolo di pace.
 
Maggiori informazioni
Sito Settimana Santa Caltanissetta
Pagina Facebook Riti Settimana Santa Caltanissetta

Ultima modifica: 2023-10-19 19:23
Fonte / Autore: Sito web www.settimanasantacaltanissetta.it


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