Feste e sagre in Sicilia

Festa della Madonna della Mercede al Capo a Palermo

Ultima domenica di settembre - Palermo (PA)

Festa della Madonna della Mercede al Capo a Palermo a Palermo
Nella notte tra l’1 e il 2 agosto 1218 appariva la Regina degli Angeli a S. Pietro Nolasco, ispirandolo di fondare un ordine religioso con lo scopo di liberare i cristiani schiavi dei turchi. L’ordine fu fondato il 10 agosto dello stesso anno sotto la protezione del re Giacomo I d’Aragona, e ai tre voti ordinari (castità, povertà, ubbidienza) i fondatori ne aggiunsero un quarto, ovvero scambiare se stesso con colui che, schiavo, stesse per rinnegare la fede cristiana. Per l’insigne grazia che la Vergine Maria fece al suo popolo con questa apparizione ella venne chiamata Madre della Mercede.
 
I Padri mercedari giunsero a Palermo nel 1463 con privilegio dato in Vagliadolid dal Padre Maestro Gomezio di Bosega, per poter fondare nel luogo in cui volevano un convento dell’ordine. Subito furono ospitati nella chiesetta normanna di S. Anna, già della Confraternita dei Frinzari (frangiai) nell’antico Caput Seralcadi (l’odierno quartiere Capo), ma per varie divergenze insorte con quei confrati, nel 1482 i Padri fondarono una chiesa su un promontorio che si affacciava sul mercato e la dedicarono alla Madonna della Mercede (Captivorum Redemptrici Dicatum), e il convento annesso denominato di S. Anna (non più esistente) che fu il primo convento mercedario in Italia.
 
Il 18 novembre 1590 un gruppo di laici fondarono la Compagnia Santa Maria la Mercè, con lo scopo di divulgare il culto e la devozione alla Vergine invocata sotto questo titolo. Come si legge in alcuni antichi documenti, i confrati portavano in processione una statua (presumibilmente di cera e vestiti di stoffa) della Madonna della Mercede, visto che negli stessi documenti si legge di una statua di marmo e coralli della stessa Madonna. L’8 novembre 1753, data la grande devozione della Città alla Madre della Mercede, il senato palermitano decide di eleggerla Patrona ordinaria della Città di Palermo. Nel 1813 il Rev. Padre Mannino, Priore del Convento, ed il Superiore della Compagnia Francesco Cangeri, commissionarono all’artista di famiglia torinese Girolamo Bagnasco la preziosa statua della Madonna della Mercede (che ancora oggi và in processione ogni anno l’ultima domenica di settembre).
 
Nell’agosto 1814 la Compagnia venne rinnovata e assunse il titolo di Confraternita Maria SS. sotto il specioso titolo della Mercede al Capo. Nel 1856 la Madre della Mercede venne proclamata Patrona del Mandamento Monte di Pietà (così si chiamava ai tempi il quartiere Capo). Nel 1882 venne fondata la sezione femminile della Confraternita con a capo la Superiora Orsola Di Blasi. Nel 1913 si festeggiò il 1° centenario del simulacro e la festa, come raccontano i giornali dell’epoca, fu solennissima. Nel 1925 la Confraternita femminile diventa Terz’Ordine della Mercede con a capo la Superiora Antonina Di Blasi Mistretta; nello stesso anno il fercolo scese in piazza attraverso la scalinata superando il dislivello di circa tre metri e mezzo, per volere del Superiore Leonardo Cicala. Negli anni a venire la statua della Vergine venne ridipinta numerose volte ma finalmente nel 1997 viene sottoposta al restauro scientifico ad opera del Prof. Gaetano Correnti di Misilmeri, che restituisce al simulacro gli antichi splendori. 
 
Nel 2001, con l’ingresso del nuovo millennio, il Superiore Lorenzo Pizzoli, in comune accordo con l’intera Confraternita, decide di compiere un gesto mai compiuto prima, ovvero far risalire il fercolo dalla scalinata; consapevoli dei grandi sforzi e della pericolosità del gesto, e aiutati dalle altre confraternite cittadine, i confrati trasformano il gesto in un vero e proprio trionfo che attira tutti gli abitanti del quartiere Capo e palermitani da ogni parte della città. Nel anno 2006 invece il ricordo più bello dei nostri tempi, ovvero la mattina del 24 settembre, dopo la solenne Messa Pontificale celebrata da Mons. Giovanni Lo Giudice della Congregazione dei Vescovi della Città del Vaticano, il Sindaco di Palermo On. Avv. Diego Cammarata consegna in segno di Patronato la chiave del quartiere Capo, dichiarando: “Nell’anno del Signore 2006, sotto il Pontificato di S.S. Benedetto XVI°, essendo Arcivescovo S.E. il Cardinale Salvatore De Giorgi, il giorno 24 del mese di settembre, il Sindaco di Palermo On. Diego Cammarata, dichiara Maria SS. della Mercede Patrona dell’Antico Mandamento Monte di Pietà, segno tangibile di tale Patronato, dona a nome della cittadinanza la chiave della Porta Carini”; a quel punto le ovazioni della folla hanno fatto da colonna sonora alla processione svoltasi nel pomeriggio di quel giorno come del resto ogni anno avviene.
 
LA FESTA
l momento in cui i Capioti manifestano con più intensità la loro devozione alla Madonna della Mercede è quello in cui la statua viene portata fuori dalla chiesa, nel giorno della solenne Processione per le vie del quartiere, accogliendola con il grido: A regina du Capu è, viva a madonna micce’. La grande folla, che si accalca all’uscita della Processione attende quello che incosciamente viene vissuto come un miracolo: la Madonna bella e splendente appare ed è insieme a Noi.
 
La Madonna, che fino a qualche tempo fa rimaneva celata per tutto l’anno da un quadro, la domenica prima della festa, ultima domenica di settembre, si affacciava nel quartiere che la accoglieva con gran devozione e le si presentavano i bambini nati nell’anno. Quasi a volerLa ben ricevere, per la festa era tradizione far pulizia straordinaria nelle case, mettere abiti nuovi, addobbare i balconi con coperte o lenzuola ricamati
 
I confrati, che vivono la festa insieme a tanti capioti come il festino del capo hanno creato negli anni dei momenti di forte impatto emotivo: a vulata i l’ancili, con due bambini vestiti da angioletti che sospesi a delle corde si incontrano sulla testa della Madonna recitando poesie e lanciando petali di fiori. A scinnuta ra Maronna, ideata dal Confrate Leonardo Cicala nel 1924. La statua vien fatta scendere lungo la stretta scalinata che collega la parte sopraelevata della piazza con il piano stradale. I fedeli, prima seguono con il fiato sospeso la manovra che i confrati fanno con grande perizia sollevando quasi in area la vara, poi applaudono la Madonna che anche per quest’anno è scesa tra noi. Dal 2001, essendo Superiore il Confrate Lorenzo Pizzoli, il fercolo della Madonna , dopo aver attraversato le vie del quartiere, risale le antiche scale che portano al "planume ecclesiae" e dopo aver assistito a Jochi i focu rientra a notte fonda in Chiesa tra “vuci” e battimani dei fedeli, molti dei quali emigranti venuti per l’occasione.
 
(Testo tratto dal sito http://www.albergheriaecapoinsieme.diocesipa.it/)
 
Maggiori informazioni
Pagina facebook A' Maronna à Miccè rù Capu

Ultima modifica: 2019-09-22 14:54


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