Feste e sagre in Sicilia

Area Archeologica Monte San Mauro

n.d. - Caltagirone (CT)

Monte San Mauro è un sito archeologico situato nel comune di Caltagirone. Il sito comprende cinque colli disposti a ventaglio sulle vallate dei fiumi Signore e Maroglio su cui si insediò un centro abitato dell'età del bronzo. Il centro indigeno venne occupato tra la fine del VII secolo a.C. da coloni greci che si dedicavano all'agricoltura e al commercio. Per visitare l'area degli scavi si può imboccare via Porto Salvo, dietro S. Maria di Gesù.

COLLI nn. 1-2
Il ritrovamento archeologico più rilevante è costituito da un cospicuo nucleo di materiali architettonici in terracotta dipinta pertinenti alla decorazione esterna di un sacello arcaico effettuato da P. Orsi nel 1903. Si tratta di frammenti di geison, sima e gocciolatoi dipinti in giallo chiaro, bruno e rosso, con decorazioni recanti i motivi della tenia intrecciata, del meandro, della svastica, della scacchiera e del kymation dorico con foglie a forma di lyra. Tali frammenti trovano confronto in esemplari rinvenuti a Gela, Siracusa, Selinunte ed Olimpia (Grecia) e si possono datare intorno alla fine del VI sec. a. C. A queste acquisizioni si sono aggiunti frammenti di palmette a doppia fronte e di kalypteres egemones ritrovati nel corso di indagini più recenti. Non sembra di poter dubitare dell'appartenenza di tali ritrovamenti ad un edificio templare riccamente decorato costruito con materiali misti - pietra per il basamento, legno e pietra per l'elevato cui venivano fissate con chiodi le lastre fittili di rivestimento - e dotato di ricco fastigio fittile decorato. Va segnalato inoltre il ritrovamento, da parte di P. Orsi, a circa 200 m dal luogo in cui presumibilmente doveva sorgere il tempio, di un deposito votivo costituito da statuine femminili votive.

COLLE n. 3

Nel corso delle prime ricognizioni P. Orsi poté individuare un sistema di mura difensive a tratti intervallate da spuntoni di roccia lungo il ciglione N-NO del colle. Le indagini dirette da U. Spigo hanno consentito inoltre di chiarire l'organizzazione dell'abitato sul versante Sud e sulla vetta del colle n. 3. Sono state scavate abitazioni di pianta quadrangolare ripartita in un grande vano rettangolare aperto verso l'esterno e generalmente rivolto a Sud, sul quale si affacciano due altri vani quadrati più piccoli, in molti casi dotati di sopraelevazione, come sembrerebbe lasciare pensare l'ampio strato di crollo osservato in molti casi. Di particolare interesse è la presenza di grandi pithoi per la conservazione di derrate alimentari che, in qualche caso, in considerazione del numero elevato, hanno fatto pensare ad ambienti destinati ad attività commerciali ed artigianali. Alcuni saggi effettuati nel 1904 avevano portato l'archeologo P. Orsi alla scoperta di un edificio, di pianta rettangolare, diviso in due da un muro di terrazzamento costruito con blocchi e sfaldature irregolari di pietra locale connessi con pietrame e terra. Sui lati corti P. Orsi individuò tracce dell'esistenza di ante.

Lo studioso aveva identificato tale edificio - che datava all'VIII sec. a. C. per la presenza di ceramica del III periodo siculo presso le fondazioni- con l'abitazione di un principe locale, ben diversa per dimensioni e struttura dalle povere capanne del villaggio circostante. Di diversa opinione D. Adamesteanu che, confrontando l'edificio con l'esempio analogo esistente presso Monte Bubbonia, ha ritenuto invece si trattasse di un edificio sacro, un piccolo sacello databile alla fine del VII sec. a. C. e pertinente alla città indigena influenzata dalla colonia greca di Gela, come dimostrerebbe anche il confronto con l'Athenaion di questa città. Gli scavi ripresi da U. Spigo nel 1983 hanno permesso di precisare la pianta dell'edificio in questione, rivelando la presenza di un ambiente attiguo al lato corto O ed, accanto a questo, anche di un successivo vano sopraelevato di tre gradini, dotato di una lunga banchina. Questo vano risultò caratterizzato dalla notevole presenza di frammenti ceramici pertinenti a stoviglie e vasi destinati a contenere derrate alimentari, oltre che di fuseruole e pesi da telaio. Tali acquisizioni lasciano aperta la discussione relativa alla destinazione d'uso, nonché alla datazione, dell'edificio in esame che può farsi risalire nel suo impianto tanto alla fase sicula quanto a quelle iniziali dello stanziamento greco.

NECROPOLI
Ai piedi del colle n. 3, sul predio Barravecchia, negli anni 1903-1904, fu scavata da P. Orsi una necropoli del VII-VI sec. a. C. Furono scoperte 58 sepolture, molte delle quali già spogliate dai contadini. La tipologia sepolcrale comprendeva sepolture in dolio o anfora, "alla cappuccina", a "cassa" foderate da lastre, a fossa semplice. Da San Mauro provengono, inoltre, interessanti terrecotte architettoniche dipinte conservate attualmente nel Museo Archeologico di Siracusa ed il noto rilievo con sfingi affrontate e scene di danza esposto nel locale Museo Regionale della Ceramica.


Fonte / Autore: www.comune.caltagirone.ct.it


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